Ipersessualità: quando il sesso diventa un'ossessione e una forma di dipendenza, come una droga
La storia di soggetti ipersessuali presenta spesso episodi di abuso nell’infanzia
In principio fu Micheal Douglas. Negli anni ’90, la notizia del ricovero dell’attore americano per curare l’ossessione e la dipendenza sessuale colpì l’opinione pubblica e aprì, anche tra gli esperti, una discussione tutt’altro che risolta: si può davvero parlare di dipendenza sessuale? Quali sono le cause dell’ipersessualità? Quali i criteri per definirla?
L’individuo ipersessuale
Una persona ipersessuale vive un marcato desiderio sessuale caratterizzato da un’ideazione erotica pervasiva e continua e dalla ricerca compulsiva di partner e di esperienze sessuali sempre diverse. Ma per considerare l’ipersessualità come un disturbo e ipotizzare una dipendenza sessuale occorre che il soggetto viva queste pulsioni come disfunzionali, le riconosca come fonte di disagio o di sofferenza e sperimenti limitazioni e conseguenze negative date dall’ossessione sessuale. Per esempio, l’impoverimento dei rapporti affettivi, la rottura di relazioni pregresse a causa dovute a tradimenti, la sensazione di perdere il controllo sulla propria vita sono importanti indicatori di patologia.
Sesso come droga
Psicologia e sessuologia non hanno ancora individuato con chiarezza i meccanismi del piacere e le dinamiche della pulsione sessuale; è però noto che l’atto sessuale provoca il rilascio di neurotrasmettitori che stimolano i circuiti cerebrali del piacere e questo spiegherebbe perché alcuni soggetti si legano al sesso come fosse una droga.
Le indagini sulle “nuove dipendenze”, le dipendenze senza droga, avviate negli ultimi vent’anni mettono in luce che qualunque cosa generi piacere psichico è potenzialmente oggetto d’abuso e di dipendenza. Internet, shopping, gioco d’azzardo, amore, sport si sono evidenziati come ambiti di addiction per milioni di persone che ne abusano ossessivamente e compulsivamente alla stregua di alcol e cocaina.
I fattori predisponenti
E’ evidente che non tutti gli individui sono esposti allo stesso rischio di dipendenza. Molti ricercatori sottolineano che i dipendenti sessuali siano biologicamente predisposti alla ipersessualità. Ma questa ipotesi non da conto dei fattori psicologici, legati all’esperienza, che certamente favoriscono l’emergere di disordini nella sfera sessuale. La storia di soggetti ipersessuali presenta con frequenza episodi di abuso durante l’infanzia e la dipendenza sessuale in età adulta rappresenterebbe un tentativo di sottrarsi al trauma subito.
In altri casi, la compulsione erotica è collegata a un conflitto nell’identità e rappresenta un tentativo di scindere l’affettività dalla sessualità perché si percepisce la prima come minacciosa e fonte di forti sentimenti di inadeguatezza. E’ il caso di soggetti omosessuali che non riescono a integrare della personalità la pulsione verso persone dello stesso sesso o che rifiutano, più o meno consciamente, di innamorarsene. Cambiare più partner, oggettivare la relazione attraverso la sessualità diventa la “scappatoia” per evitare coinvolgimenti amorosi e mantenere un controllo illusorio sulla propria vita.
Proprio la spinta narcisistica verso il controllo è un tratto che accomuna i dipendenti sessuali più attivi, che usano la sessualità per confermare se stessi e il proprio potere sugli altri ed alimentare un sentimento del potere ai limiti della psicosi.
Cosa dice il DSM
Il Manuale Diagnostico Psichiatrico, anche nella sua quinta edizione, non include la dipendenza sessuale come disturbo a se stante mentre considera l’ipersessualità come sintomo nel quadro di alcune forme di psicosi.
Ma certo non occorrono etichette per riconoscere l’esistenza del disturbo che con Internet e i social network, è sempre più diffuso, dato che siti e social aumentano enormemente la possibilità per i soggetti ipersessuali di trovare partner sempre diversi e nutrire l’ideazione ossessiva grazie all’enorme disponibilità di materiale pornografico.
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