Opinionisti Paolo Tagliaferri

Via gli smartphone! Tornano di moda i telefoni a conchiglia

Nulla di immediato, ma le prime avvisaglie di una controtendenza sono ormai realtà

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Sappiamo bene che anche la più eccitante ed irrinunciabile delle novità prima o poi finisce con stancare e perdere di slancio. Nulla del resto dura in eterno e qualsiasi oggetto del desiderio, in particolare se legato alla moda del momento, è destinato prima o poi al declino. In un mondo di sfrenato ed irrazionale consumismo, in cui nulla dura e tutto passa, doveva pur arrivare il momento in cui anche gli smartphone avrebbero iniziato a segnare il passo. Nulla di immediato, ma le prime avvisaglie di una controtendenza inevitabile sono ormai realtà. Non torneremo ai gettoni e alle cabine telefoniche puzzolenti, certo che no, ma forse in molti si stanno accorgendo che è giunto il momento di mettere un freno alla dilagante dipendenza per questi variopinti e diabolici congegni elettronici. Eppure ad essere sinceri e guardandosi in giro, non si direbbe proprio, anzi sembrerebbe l'esatto contrario. Siamo letteralmente circondati da uomini, donne e ragazzini che procedono incerti e distratti per le vie delle città come zombie ammaestrati, perennemente con lo smartphone in mano e gli occhi fissi sullo schermo, mentre la loro mente viene risucchiata da un mondo virtuale che sembra assorbire ogni loro energia vitale. Gruppetti di adolescenti riuniti ma assenti, che non si degnano di una parola o di uno sguardo tanto sono immersi nelle loro vite parallele. Coppie al tavolo del ristorante che non hanno di meglio da fare che digitare ognuno sulla propria tastiera, rispondendo con trepidazione ai mille messaggi che affollano gli infiniti profili social.
Non c'è dubbio che l'avvento degli smartphone abbia stravolto le nostre vite. Non necessariamente e sempre in senso negativo, ma in pochi anni siamo passati ad una vera e propria dipendenza che, specialmente nelle giovani generazioni, sta creando non pochi problemi ed allarmi. La psicologa Jean M. Twenge sottolineava, già nel 2017, la forte evidenza sulle conseguenze di un uso continuativo di questi telefoni da parte dei ragazzi con effetti profondi nelle loro vite, determinandone dipendenza ed infelicità.
Un quadro definito disastroso e in cui la relazione tra depressione e smartphone è talmente evidente che i genitori dovrebbero imporre ai figli di mollare i propri telefoni. D'altra parte anche Steve Jobs e Bill Gates obbligavano i propri figli ad un uso estremamente limitato.
Ma questo quadro apparentemente senza via d'uscita sembra finalmente incrinarsi. I dati sulle vendite di smartphone nel mondo, pubblicati in questi giorni, parlano chiaro. Il 2022 è stato l'anno peggiore dal 2013. Le vendite globali restano certamente altissime, con poco meno di 1,2 miliardi di telefoni venduti, ma nel quarto trimestre dell'anno anno hanno avuto un vero tracollo, con un calo del 17% rispetto al 2021. E le stime per il 2023 appaiono tutt'altro che rosee. Almeno per il momento solo i modelli più costosi sembrano non essere colpiti dalla crisi delle vendite.
Il desiderio di dare un freno alla connessione perenne sembra aver spinto molti ad un ritorno al passato, dando nuova impulso al mercato dei telefonini a chiocciola, i cosiddetti flip phone. Dispositivi basilari con tastierino fisico, piccolo display e un hardware ridotto all'osso. Sembra che stiano spopolano, soprattutto fra la generazione Z (i nati fra il 1997 e il 2012, la cosiddetta iGen) che vedono nei telefoni a chiocciola l'unico modo per riuscire facilmente a disconnettere da internet. Si sono già formati, in alcune città soprattutto americane, gruppi di giovani che magari non hanno definitivamente gettato i propri smartphone ma che, soprattutto quando escono in compagnia degli amici o per appuntamenti romantici, preferiscono portarsi dietro un semplice telefono a chiocciola rimanendo lontani, almeno per alcune ore, dal mondo dei social. Sempre con la possibilità di telefonare e scrivere brevi SMS, ma disconnessi dal quel mondo virtuale di cui hanno deciso che potrebbero, almeno in parte, farne a meno e che iniziano a vedere come una inopportuna distrazione ed invasione. Ore, giorni ed anni assorbiti da smartphone e dai social che, altrimenti, nessun potrà mai restituire. 

Dopo la grande sbornia degli smartphone degli ultimi anni, forse si intravede un ritorno ad un maggiore equilibrio e ad un uso più consapevole. Chissà !

Paolo Tagliaferri
© Riproduzione riservata
22/01/2023 11:50:59

Paolo Tagliaferri

Libero professionista – già dipendente del Centro ricerca e sviluppo della Pirelli Spa con esperienza presso il complesso metallurgico BMZ nella ex Unione Sovietica, da oltre venticinque anni consulente direzionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, normativa ambientale e antincendio. Docente formatore in corsi professionali. Auditor di sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro per l’ente internazionale DNV. Scrittore autodidatta e per diletto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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