Bari, per salvare il campo largo spunta pure l'ipotesi Vendola
Ma Conte chiude: "Un terzo nome? Per carità. Schlein liberi il partito dai capibastone"
Da «mediatore» a candidato. Nichi Vendola ci spera. Fratoianni e Bonelli ci credono. Dal Pd, l'ipotesi, che circola nelle ultime ore, di una candidatura a sindaco di Bari dell'ex governatore della Puglia non viene presa in considerazione: «Non scherziamo», filtra dal Nazareno. L'opzione è però, da venerdì sera, sul tavolo dei pontieri. E avrebbe incassato anche un via libera preliminare da parte di Giuseppe Conte. Il nome di Vendola potrebbe essere la carta per superare lo stallo barese. Oggi si sarebbero dovute tenere le primarie per la scelta del candidato sindaco del Pd. Due gli sfidanti in campo: Vito Leccese, sostenuto da Pd e Verdi, e Michele Laforgia, appoggiato da Fratoianni e Conte. Dopo l'inchiesta, in cui è finita indagata l'assessore regionale Anita Maurodinoia, il capo dei Cinque stelle ha mandato all'aria le primarie, annunciando la corsa solitaria con Laforgia. Una mossa che spacca il campo largo.
Il Pd vive l'incubo di perdere la guida della città. Anche Elly Schlein, nella sua visita barese di venerdì, non ha fatto passi indietro: «Per noi il candidato resta Vito Leccese». Al netto delle esibizioni muscolari, si lavora a un nome unitario che rimetta insieme Pd-M5s-Verdi e Sinistra Italia. I pontieri sono Bettini, Orlando e Fratoianni. Angelo Bonelli è un'altra colomba al lavoro: «Interrompere le primarie a Bari è stato un fatto incomprensibile e un danno alla città. Ieri Vito Leccese ha dato la sua disponibilità a fare un passo indietro per farne tre avanti. Ora spetta a Laforgia fare questo passo indietro, noi lo attendiamo» chiarisce l'esponente dei Verdi.
L'ala più dura nel Pd contro l'intesa con i Cinque stelle è guidata da Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato. Mentre sul nome di «Vendola candidato» ci sarebbe il veto di Emiliano e Decaro che non vogliono lasciare la guida della città nelle mani dell'ex delfino di Fausto Bertinotti. L'ipotesi Vendola piace invece a Fratoianni e Bonelli. Mentre Conte non farebbe barricate. E qui va fatto un passo indietro. Vendola è stato il regista occulto dell'operazione ha portato alla candidatura di Michele Laforgia con l'appoggio del M5s. E dunque in caso di candidatura di Vendola, Laforgia non avrebbe difficoltà a fare un passo indietro. Laforgia lascia intravedere uno spazio di manovra: «Continueremo a lavorare per l'unità del centrosinistra sino all'ultimo minuto utile anche se toni, modi e atteggiamenti esibiti dall'altra parte nelle ultime ore non sono esattamente quel che testimonia uno spirito unitario» precisa in un'intervista a Radio Norba. Il tempo stringe. Vendola lancia segnali: «Abbiamo il dovere di difendere l'eredità preziosa della primavera pugliese, la storia del grande cambiamento che in un ventennio ha trasformato il volto di Bari e della Regione. Per questo è una follia correre divisi alle prossime amministrative e spero di cuore che prevalga in tutti la saggezza e il senso di responsabilità», auspica in un'intervista a Repubblica. Tra oggi e domani, Laforgia e Leccese dovrebbero incontrarsi per il faccia a faccia. Potrebbe essere l'ultimo disperato tentativo di trovare un nome condiviso.
Lo scenario di una corsa separata, Pd con Leccese e M5s con Laforgia, resta al momento il più plausibile. Vendola ci spererà fino all'ultimo istante utile. Ma Conte chiude le speranze: «Cercare disperatamente un terzo candidato? Ci sono passato dalla Basilicata, abbiamo bruciato 10 candidati...per carità. Abbiamo già dato». Su Bari «non ho dato nessun ultimatum a Schlein. L'ho sentita 20 minuti al telefono prima di fare l'annuncio. Ora mantenga fede alla promessa di liberare il Pd da capibastone e cacicchi».
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