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Mostra "La bellezza è donna" a Bagno di Romagna

Esposte opere di Luciano Cantoni e Luciano Navacchia

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Palazzo del Capitano ospita come terzo appuntamento espositivo di Bagno d’Arte la mostra “La bellezza è donna” opere di Luciano Cantoni e Luciano Navacchia, promossa e patrocinata dal Comune di Bagno di Romagna e curata da Francesca Caldari.

L’evento proseguirà nel format ben collaudato che vede la contaminazione di tutto il borgo; infatti alcuni esercizi andranno ad accogliere le opere degli artisti. Si tratterà ancora una volta di un’occasione speciale per incontrare l’arte anche in luoghi non deputati all’arte. Oltre a Palazzo del Capitano infatti i lavori dei Maestri si potranno ammirare presso l’Hotel Tosco Romagnolo, presso Ròseo Euroterme Wellness Resort, le Terme di Sant’Agnese e il Cenacolo Santa Lucia.

La donna è il trait d’union, le fil rouge, della ricerca espressiva dei due Maestri Cesenati. L’universo femminile e i suoi turbamenti sono motivo di indagine da parte di Cantoni e Navacchia. Cantoni con la pittura e Navacchia con la scultura sono autentici cantori della bellezza interiore femminile. A Cantoni interessa raccontare di donne colte in momenti di riflessione, di preoccupazione, talvolta ritratte in posture complesse. A lui preme coglierne i più intimi e segreti stati d’animo. A dominare le sue creazioni una forte componente psicologica. Le sue donne sono belle anche esteriormente ma a lui preme maggiormente cogliere l’impalpabile, l’impenetrabile insito nell’anima della donna. Da alcuni anni l’artista predilige l’utilizzo di tele di juta grezza applicata su legno, che conferisce alle opere un sapore antico ed accentua l’espressività dei soggetti. Su queste aggiunge stucchi tinti con mordenti e terre, per ottenere una base materica e rugosa che gli permetta di imprimere maggiore intensità ai suoi lavori. Cantoni, artista dallo stile sobrio, raffinato, elegante, rappresenta giovani donne, per lo più volti, con tagli dalle inquadrature particolari, inconsuete, mai banali, e su queste opera condensando il pathos, sia esso legato ad angoscia, senso di solitudine, o inquietudine. Fondamentale è l’instaurarsi quasi immediato di un dialogo intenso e profondo con l’osservatore, e questo avviene anche grazie agli occhi delle sue donne che ci parlano con sguardi intensi, espressivi, malinconici, a volte passionali. La sua pittura psicologica, sensuale, dai colori tenui e delicati, mai esagerati, non punta alla amplificazione della bellezza esteriore ma a quella dei sentimenti, dei turbamenti, delle ansietà dei nostri giorni.

Soggetto dominante per Navacchia, pittore e scultore, è da sempre la figura al femminile, idealmente proveniente da mondi lontani. Per lui fondamentale è la ricerca continua e incessante delle tecniche artistiche più diverse e lo studio del passato per poter accedere e comprendere al meglio il presente. In questa esposizione presenta opere scultoree, realizzate attraverso l’assemblaggio di metalli di riutilizzo. Figure femminili solenni, ideali e simboliche, appartenenti a civiltà perdute, in grado di ricondurre la memoria ai popoli dell’Africa e dell’Egitto ma anche alla figura della donna villanoviana, una donna dagli abiti splendidi e dai gioielli maestosi, con un’identità forte e un ruolo importante all’interno della società. Una donna simbolo.

Si tratta di opere realizzate dall’artista attraverso speciali procedimenti di assemblaggio di materiali metallici sapientemente lavorati e decorati.

Dal 2010 Navacchia si è dedicato con continuità e strenua volontà di ricerca alla scultura, traducendo plasticamente la figura femminile con materiali di riuso ed originali soluzioni tecniche, riscuotendo un enorme successo di pubblico e di critica. Come per quelle di Cantoni, le figure femminili di Navacchia sanno esaltare al massimo le loro capacità comunicative nei confronti del pubblico, instaurando fin da subito curiosità sia per il procedimento creativo sia per la grande carica espressiva. Donne austere, ieratiche, solenni, che paiono approdate nel nostro secolo da scavi archeologici, ma che ad uno sguardo più attento sono in realtà donne calate nella condizione esistenziale del nostro tempo. L’impianto compositivo è solido, imponente, robusto, solenne, spesso statico, tipico della statutaria classica, così come i valori che la figura femminile riesce ad esprimere e il senso di rispetto che le si deve riservare. La sua donna, che sia madre, moglie, o figlia, costruita nella terza dimensione ha un sapore arcaico e talvolta sacrale. Navacchia infatti opera un recupero delle radici dell’essere umano ma anche dell’intima introspezione dell’anima.

Luciano Cantoni vive ed opera a Cesena dove è nato nel 1950. Cresce nell’arte in ambiente familiare ricevendo i primi insegnamenti dal padre. Si dedica alla pittura ad olio sin dall’età giovanile e, dopo un rallentamento dovuto agli impegni professionali, all’inizio degli anni 2000 riprende a pieno regime l’attività artistica partecipando a numerosi concorsi e mostre collettive e personali in Italia e nelle maggiori capitali europee (fra le ultime: Parigi, Londra, Berlino e Bruxelles), riscuotendo ampi riconoscimenti di critica e di pubblico. Svolge una intensa attività nell’ambito di associazioni culturali/artistiche, è membro del Consiglio direttivo dell’ADARC (Associazione Di Artisti Cesenati) e della “Società Amici del Monte” di Cesena. È inserito nell’”Archivio Monografico dell’Arte Italiana” (www.arteitaliana.org). È presente nel catalogo “Artisti dell’Emilia Romagna” - realizzazione editoriale A. Boschi. Pubblicato nel catalogo internazionale di artisti contemporanei “Energia Creativa” - realizzazione Art Journal - Trevisan International Art. Presente nei libri “Omaggio a Giacomo Puccini. Vissi d’arte, vissi d’amore” e “Nel segno di Michelangelo” a cura di Lodovico Gierut e Marilena Cheli Tomei - Editoriale Giorgio Mondadori.

Luciano Navacchia vive ed opera a Cesena dove è nato nel 1946. Attivo come pittore a partire dalla fine degli anni ’60 nel fervido ambiente artistico cesenate, Navacchia ha maturato un suo personale linguaggio espressivo nell’ambito della nuova figurazione italiana. Allestisce la sua prima mostra personale a Rimini nel 1969. La sua pittura, inizialmente, è influenzata dalla dominante realista della cultura figurativa cesenate, affrontando temi d’impegno sociale e riguardanti la condizione esistenziale dell’uomo nella realtà del suo tempo, con un linguaggio pittorico di marca espressionista, dai tratti cupi ed esasperati. Agli inizi del 2010 Navacchia ha avviato un percorso del tutto originale come scultore, rinnovando il proprio successo con mostre antologiche in ambito emiliano romagnolo. A Cesena una sua opera è presente alla Biblioteca Malatestiana e una nella Sede di Cesena Fiere. Inoltre due sculture di grandi dimensioni sono conservate a Pieve di Cento al Museo Magi 900’. Tra i più interessanti cicli tematici di Navacchia scultore sono da considerare quelli che ripropongono le antiche civiltà mediterranee a confronto con la realtà odierna e nei quali specialmente la figura della donna assume un ruolo dominante come valenza totemica, simbolica, allegorica del procedere della nostra civiltà fino alla più stretta attualità. L’interesse della critica ha riguardato sia il particolare metodo officinale adottato dall’artista mediante l’assemblaggio e la lavorazione di elementi metallici di recupero, sia i soggetti affrontati, fra i quali anche quelli inerenti la cosiddetta Arte Sacra. Tra le mostre personali e collettive se ne annoverano in 50 anni di carriera oltre 300, tra le quali vanno menzionate, Bari, Caserta, Mantova, Monza, Padova, Roma, Savona, Venezia, quelle in numerose città siciliane e in diverse capitali europee.

L’Assessore alla cultura Silvia Alessandrini sostiene: “Il tema della donna è vasto e complesso e, negli ultimi decenni, ha assunto un ruolo sempre più importante in ambito culturale, sociale, storico e politico.  Mi sento onorata di poter rappresentare l’innovazione culturale a Bagno di Romagna e appoggiare la scelta di artisti che sviluppano questo tema attraverso la loro arte. Da parte dell’Amministrazione ringrazio la curatrice Francesca Caldari alla quale abbiamo affidato con stima il servizio di direzione artistica e organizzativa di “Bagno d’Arte” dal 2022. Ci tengo a espandere i ringraziamenti anche al personale comunale per la loro sempre pronta collaborazione e ai volontari che rendono possibile la visita di tutte le mostre di Palazzo del Capitano.”

Redazione
© Riproduzione riservata
19/09/2024 11:04:36


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