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Cecilia Sala arrestata in Iran, mistero sulle accuse

La giornalista è in isolamento nel carcere dei dissidenti di Evin

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La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata il 19 dicembre a Teheran e da oltre una settimana è in isolamento nel carcere di Evin, dove vengono tenuti i dissidenti. Il motivo dell'arresto della reporter 29enne del Foglio non è stato ancora formalizzato. Non si esclude un nesso con il fermo 11 giorni fa a Malpensa di un iraniano, ricercato negli Usa con l'accusa di vendere armi ai terroristi.

Mistero sui motivi dell’arresto

E' ancora mistero sui motivi dell'arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, mentre Tajani, Farnesina, ambasciata e il consolato a Teheran concentrano la massima attenzione sul caso, ma osservano anche la "massima riservatezza sulla vicenda" come accadde per la travel blogger Alessia Piperno. Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la giornalista è "in buona salute", "detenuta in una situazione tranquilla, è sola in una cella" e "ha già avuto la possibilità di parlare due volte con i propri familiari", mentre ieri ha ricevuto la "visita consolare da parte della nostra ambasciatrice a Teheran Paola Amadei, che è stata più di mezz'ora con lei". "Non possiamo dire altro al momento, stiamo monitorando la situazione con molta attenzione", ha aggiunto il titolare della Farnesina, precisando che al momento non si conoscono i capi di imputazione della giornalista.

Ritorsione per l'arresto di un imprenditore svizzero-iraniano?

Secondo quanto scrive il Fatto quotidiano, il fermo di Cecilia Sala potrebbe essere legata a una partita politico-diplomatica complicata. Perché tre giorni prima, il 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa, la polizia italiana ha arrestato un facoltoso imprenditore svizzero-iraniano su mandato degli Stati Uniti che ne chiedono l’estradizione. Lo accusano di aver fornito componenti elettronici per i droni ai pasdaran iraniani, responsabili di attacchi ai soldati americani in Giordania. Per il suo arresto il ministero degli Esteri di Teheran ha ufficialmente protestato con l’ambasciata italiana. E ora si tratta, con l’Iran e anche con gli Usa. 

Cosa sappiamo finora

Sala si trova da una settimana "in una cella di isolamento" del carcere di Evin, "dove vengono tenuti i dissidenti" e che "il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato". "Non sappiamo" perché è stata arrestata in Iran. "E questa è la grande domanda. Fino ad oggi, e sono passati 9 giorni con oggi, non è stata formalizzata alcuna accusa, non si sa perché è nel carcere di Evin, non si sa perché è in isolamento. È incomprensibile ed è una cosa intollerabile per l'Italia che accada questo", dice il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, intervistato a 'Il Cavallo e la torre' su Rai3. Chora Media, è la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza 'Stories' (Cecilia Sala lavora anche per 'Il Foglio'). "Cecilia - racconta Calabresi - era lì perché da tempo voleva tornare a Teheran. E' stata più volte in Iran e gran parte del suo libro 'L'incendio' è incentrato proprio sul movimento delle giovani iraniane che vogliono cambiare il Paese e la cultura. E' da tempo che voleva tornare per raccontare cosa stava succedendo in Iran". All'inizio di dicembre, sottolinea Calabresi, "dopo avere fatto una richiesta molto tempo fa" finalmente "ha avuto una risposa positiva alla sua richiesta di visto. Un visto di otto giorni che, ho visto un carteggio, poteva avere una proroga. Così il 12 dicembre è partita per l'Iran. Ha iniziato a fare i suoi incontri. Era seguita da un fixer dell'Ambasciata. Aveva fatto le prime tre puntate di Stories", il podcast di Chora Media. "Venerdì 20 - sottolinea ancora Calabresi - doveva tornare in Italia ma il giorno prima è scomparsa. Il telefono è diventato muto. Ci ha preoccupato molto perché Cecilia è una giornalista molto scrupolosa, puntuale, metodica, che lavora con molta cura delle cose e non ha mai ritardato l'invio del suo podcast oppure avvisava. Quel giorno il suo podcast doveva arrivare verso le 14.30 ma non ha mandato nulla e non aveva fatto il check in dell'aereo e quindi era evidente che era successo qualcosa. E' stata avvisata l'unità di crisi della Farnesina. Non ha preso l'aereo e non è partita. Soltanto a metà giornata del giorno dopo ha potuto fare una telefonata a sua madre". Il governo italiano, aggiunge, "è il soggetto che può fare" e "sin dal primo minuto la Farnesina, Palazzo Chigi sono stati molto presenti e molto attivi".

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
28/12/2024 12:28:51


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