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Città di Castello: finto cieco prende la pensione da cinque anni dall'Inps

Scoperta la truffa dalla Guardia di Finanza tifernate

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La Guardia di Finanza di Città di Castello ha smascherato un uomo sospettato di truffare l'Inps. Fermato per un finto controllo di uno scontrino, all’uscita dal barbiere, l’uomo ha messo la firma sul verbale: quell’anziano non poteva essere completamente cieco come invece risultava all’Inps, che ogni mese gli corrispondeva una lauta pensione. In effetti, i controlli che avevano avviato già da un po’ - partiti dopo una segnalazione al numero della finanza 117 - propendevano già per questo epilogo: le fiamme gialle lo avevano pedinato e ripreso mentre faceva un po’ di tutto. Dal recarsi al mercato al fare la spesa, dal barbiere per l’acconciatura, fino al centro socioculturale in cui andava a ballare. insomma, tutte attività che sembravano inconciliabili con una persona completamente priva della vista.

Secondo quanto emerso, i finanzieri di Città di Castello, lo hanno visto, e immortalato in video che poi sono finiti agli atti del processo, mentre espletava tutte queste attività senza occhiali (come spesso indossano le persone cieche) e senza qualcuno che lo accompagnasse. Il suo legale, Eleonora Della Rina sostiene che l’anziano era “sempre” accompagnato dalla badante e non aveva autonomia nel muoversi o spostarsi da solo. Ad ogni modo, i video, parte integrante, dovranno, prima o poi, essere visionati anche in aula. Lunedì mattina infatti, a carico dell’uomo è iniziato il processo per truffa contro l’Inps. Pochi mesi prima l’anziano era stato rinviato a giudizio. Nel gennaio del 2024, dopo quasi dieci mesi di pedinamenti effettuati l’anno prima dalla guardia di finanza, le fiamme gialle, su disposizione del gip, avevano sequestrato preventivamente beni mobili e immobili, di proprietà dell’ultraottantenne per circa 100 mila euro.

L’avvocato dell’anziano aveva quindi fatto ricorso al Riesame per chiederne la revoca e aveva ottenuto quanto sollecitato anche in virtù del fatto che l’uomo possiede un immobile del valore di circa 170 mila euro, ritenuto quindi “sufficiente” qualora l’indagato dovesse essere condannato a risarcire l’Inps. Nelle more dell’indagine e dell’inizio del procedimento tra l’altro è stata anche rivalutata la sua posizione pensionistica dopo una visita davanti alla commissione dell’Inps, che, in seconda battuta lo avrebbe dichiarato “parzialmente cieco”. Per questo motivo poi, la richiesta risarcitoria sarebbe diminuita. “Ma il mio cliente- evidenzia l’avvocato - non ha mai voluto indurre in errore l’ente. Anzi, al contrario, è stata l’Inps che, sulla base di esami oggettivi, lo ha dichiarato totalmente cieco. E si trattava di esami strumentali, non era possibile insomma, in alcun modo, influenzare i medici. Lo dice anche il Riesame ritenendo improbabile che un anziano con tutte quelle patologie, oltre alla vista ha altri problemi, potesse avere indotto in errore l’Inps”. D’altronde, è innegabile che l’anziano abbia percepito una pensione per una patologia più grave rispetto a quella esistente. Il processo è appena iniziato, si torna in aula a settembre.

Notizia tratta da corrieredellumbria.it
© Riproduzione riservata
12/02/2025 18:52:59


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