Patto tra istituzioni e Terzo Settore per costruire cultura della partecipazione attiva

Avis Toscana "Aggravi burocratici continuano a pesare molto sulle associazioni”
“Il volontariato in Toscana si conferma un pilastro della nostra comunità, con oltre due milioni di cittadini pronti a dare il proprio contributo. Tuttavia, la crescente sfiducia nelle istituzioni e la necessità di adattare l'impegno civico alle nuove sfide sociali richiedono una riflessione profonda e un impegno concreto per rendere la partecipazione sempre più inclusiva e significativa”.
A dirlo è Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana, commentando la ricerca condotta da Sociometrica per conto di Cesvot sul rapporto tra i cittadini, la partecipazione civica e il terzo settore che evidenzia come, nonostante la voglia di impegno, permanga un distacco preoccupante tra toscano e istituzioni.
“La ricerca – dice Firenze - mostra chiaramente come il volontariato sia sempre più percepito come una risorsa fondamentale per la comunità. Tuttavia bisogna affrontare la sfida della fiducia, non solo nei confronti delle istituzioni, ma anche all'interno delle stesse organizzazioni di volontariato, affinché l'impegno civico possa crescere e coinvolgere un numero maggiore di persone”.
“Per Avis, da sempre impegnata a promuovere il dono e la solidarietà, è fondamentale che le organizzazioni di volontariato siano pronte a rispondere alle esigenze di flessibilità e chiarezza espresse da chi vuole partecipare. In questo senso – continua Firenze - la fiducia che i cittadini ripongono nei volontari deve essere accompagnata da una gestione efficiente e trasparente delle attività, per garantire un’esperienza positiva per tutti”.
“La forza del volontariato – sottolinea la presidente di Avis Toscana – sta nella sua capacità di rispondere in modo concreto e tempestivo ai bisogni della comunità. Tuttavia non possiamo ignorare tre sfide, quelle all'accessibilità e all'efficacia dei servizi, temi sollevati dalla ricerca e che richiedono una collaborazione più stretta tra il terzo settore e le istituzioni pubbliche. E neanche la sfida, per non dire il problema, dell'aggravio burocratico che alcune disposizioni del Registro unico del terzo settore hanno comportato per associazioni e volontari. Noi siamo stati e siamo assolutamente favorevoli ai principi della trasparenza che hanno ispirato la legge e la creazione del Runts, ma serve un po’ di buonsenso quando si vanno a toccare meccanismi di organizzazioni che garantiscono servizi alla comunità contando per gran parte sul volontariato”.
“Se da un lato cresce la voglia di fare volontariato, dall'altro è necessario che le istituzioni e il terzo settore lavorino insieme per costruire una cultura della partecipazione attiva. Non possiamo accontentarci o aggrapparci alla retorica della ‘isola felice’. Solo così – conclude Firenze - possiamo superare il divario di fiducia che oggi esiste tra i cittadini e le istituzioni, creando una società più unita e solidale”.
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