Ospedale di Sansepolcro: ci si investe…o si chiude?

Struttura depotenziata, reparti smantellati e niente rianimazione
Negli ultimi 20 anni in Italia si stanno continuamente tagliando i fondi destinati alla sanità, con il serio rischio che l’offerta dei servizi ospedalieri e territoriali saranno sempre più inadeguati rispetto ai bisogni dei cittadini, rendendo impossibile il diritto alla tutela della salute. Tutto ciò è gravissimo, in quanto la nostra Costituzione parla chiaro: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” (art. 32, co. 1, Cost.). È sufficiente la lettura del testo della disposizione costituzionale rivolta alla tutela della salute per coglierne i tratti giuridici essenziali. Ma c’è di più, il diritto alla salute è il solo che la Costituzione definisce espressamente “fondamentale”. La salute quindi è un “bene” costituzionale complementare alla vita stessa. Vita e salute costituiscono un’endiadi indissolubile: ciò che rende effettivamente possibile godere di tutti gli altri diritti costituzionali. Ne deriva la doverosità dell’attuazione (e, quindi, del finanziamento) del diritto stesso, quantomeno nel suo contenuto minimo essenziale. Alla politica spetta decidere come attuare il diritto, non se farlo: è un limite alla discrezionalità del legislatore. Le risorse assegnate al Fondo Sanitario Nazionale sono del tutto insufficienti, tanto più alla luce dell’elevatissima inflazione e dell’esplosione dei costi dell’energia. Non nascondiamoci dietro a un dito, nel nostro Paese non mancano le risorse ma la volontà politica, al di là degli orientamenti politici e sta a noi lottare perché il suo futuro possa essere nel segno della Costituzione. Il quadro della nostra sanità non è certo esaltante, mancano medici, molti ospedali sono in condizioni precarie e le liste di attesa per fare degli esami sono vergognose, in queste condizioni il malato cerca di arrangiarsi, rivolgendosi al privato, dove i tempi sono veloci e le differenze economiche tra i costi di queste strutture e i ticket sanitari sono ormai minimi in molti casi, ma allora mi sorgono alcune domande:
· Si vuole andare verso un rafforzamento del privato o si crede ancora nel pubblico?
· Si vuole risparmiare negli investimenti perché tanto ci penserà il privato?
· Si vogliono lasciare andare le cose cosi come stanno?
Cari politici rossi, neri o arcobaleno, fatela finita di prendere in giro i cittadini, l’Italia ogni anno spreca miliardi in progetti inutili e per stipendi da favola (i nostri politici sono i più pagati in Europa), se questi sono i risultati c’è veramente da essere preoccupati. Datevi una svegliata e magari date una “ripassatina” alla nostra Costituzione.
Dopo aver analizzato il problema a livello nazionale, veniamo a quello locale, dove negli ultimi mesi si sono registrati numerosi casi di disservizio nei cinque ospedali della provincia di Arezzo. Dimissioni frettolose dai Pronto Soccorso, per malattie non riconosciute, che hanno portato alla morte alcuni pazienti o salvati “miracolosamente” in altre strutture. Tutto ciò non certo per mancanza di professionalità, ma certamente un medico, se messo sotto pressione, perché i manager che oggi gestiscono le strutture ospedaliere “invitano” a dimettere prima possibile un malato perché genera un costo, può essere soggetto a un errore. Se andiamo ad analizzare gli ospedali aretini singolarmente, dobbiamo dire le cose come stanno: la struttura della Valtiberina è sicuramente quella che se la passa peggio. Struttura depotenziata a livello di personale e tecnologie, reparti smantellati e niente rianimazione. Ma state certi che tra qualche settimana inizieranno le “processioni” dei politici interessati alle poltrone della Regione Toscana (inizio campagna elettorale), che normalmente si ricordano di questo territorio ogni cinque anni. Dimenticavo, ma che fino hanno fatto quei 12,6 milioni di euro promessi nella passata tornata elettorale? Fare politica nel locale vuol dire essere i portatori degli interessi di chi vive e risiede nel territorio; se invece ci si comporta diversamente, vuol dire che dietro vi sono secondi fini, oppure la classica voglia di campare con la politica, che alla fine un posto di lavoro lo trova a tutti. Se vogliamo un futuro per l’ospedale di Sansepolcro si rende necessario battere i pugni nei tavoli: aveva iniziato la Lega della Valtiberina ma poi è arrivato un silenzio disarmante. Perché?
Chiudo questa breve disanima, raccontando solo uno degli ultimi episodi che mi sono successi (purtroppo negli ultimi mesi mi sono fatto un’esperienza sulla situazione sanitaria, a causa dei frequenti ricoveri dei miei anziani genitori). Mia madre è ospite della RSA San Lorenzo di Sansepolcro in condizioni “difficili”, un paio di settimane fa gli infermieri della struttura, a seguito di un suo aggravamento (potassio e sodio completamente sballati), decidono di chiamare il 118 per farla ricoverare all’ospedale, la cosa “simpatica” che il giorno dopo alla Rsa, in tarda mattinata, si vedono riportare mia madre senza nemmeno averli avvertiti e tantomeno la famiglia; insomma, come fosse un “pacco”. Questa decisione assurda ha comportato che dopo solo 24 ore, mia mamma fosse nuovamente ricoverata al pronto soccorso perché stava collassando. Mi precipito in ospedale e parlo con il medico di turno il quale mi dice “la situazione è complessa, forse l’abbiamo dimessa troppo frettolosamente, ma ora la teniamo qui alcuni giorni per fargli tutti gli esami e le cure del caso”. Mi tranquillizzo, ma la mattina dopo mi trovo di fronte a un “film già visto”, la mamma, senza avvisare nessuno viene riportata al San Lorenzo tra lo sgomento del personale della struttura e del medico di famiglia. A questo punto mi reco nuovamente al pronto soccorso, dove mi trovo di fronte un altro medico a cui riferisco quello che mi aveva detto poche ore prima il suo collega: la risposta è stata disarmante “la donna è anziana, i valori sono migliorati e non è necessario trattenerla. Poi quello che le ha detto il mio collega a me non interessa”. Il tutto con una “freddezza” disarmante. Mi dico “bravo” ad essermi trattenuto da fare un casino. Riporto questo episodio, (ma sono tanti quelli che arrivano alla redazione di Saturno Notizie e molti hanno paura a metterci il nome nelle loro denunce) per far capire che oltre alle carenze della struttura, ci sono persone che probabilmente sono anche professionali nel loro lavoro, ma a livello di rapporti umani sono da censurare. Per la cronaca mia madre dopo una settimana è nuovamente ricoverata, questa volta in medicina, questo solo perché un medico ha capito che una persona, anche se anziana e in condizioni precarie, merita assistenza, le persone non sono numeri (come quelli che dicono i manager), ricordiamoci della nostra Costituzione. Per capire che le condizioni della mamma erano veramente gravi… è volata in cielo!

Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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