La stangata su lettino e ombrellone svuota le spiagge

I dati Istat e la critica di Confcommercio: "I prezzi non c'entrano"
Stessa spiaggia stesso mare non sarà più il mantra dell'estate. Il flusso turistico in Italia sta cambiando aspetto. I vacanzieri, stando a tante analisi proposte in questi giorni, si stanno spostando verso altre realtà: non più mare ma anche montagna e campagna. A giocare a favore di una redistribuzione del flusso turistico è il caro anzi carissimo lettino negli stabilimenti balneari, dove si registra un calo medio nelle presenze negli stabilimenti balneari tra il 20 e il 30%. Che, in molte Regioni, occupano quasi per intero i litorali lasciando spazi ridotti alla balneazione libera. Le quotazioni, in questo mese di agosto, hanno raggiunto livelli record, con immagini di strutture vuote riportate da tanti organi di stampa piuttosto eloquenti sul tema.
I balneari lamentano un calo significativo delle presenze e chi arriva in spiaggia non fatica a trovare un posto nella prima fila degli ombrelloni. Ma è da segnalare anche una diminuzione dei tempi di soggiorno: i vacanzieri hanno ridotto sensibilmente la durata della vacanza limitandola a pochi giorni. I dati ufficiali Istat sulle presenze turistiche saranno pubblicati a fine estate, ma il Sindacato balneari di Confcommercio ha già stimato un -15% sugli ombrelloni a luglio e le associazioni degli albergatori danno per scontato un calo rispetto allo scorso anno. Si tratta di un segnale chiaro delle difficoltà nelle quali versano le famiglie italiane che non si possono più permettere una vacanza.
Codacons: stangata su viaggi e turismo
Di sicuro, laddove si segnalano picchi anche di 100 euro al giorno in località pugliesi o in altre zone d'Italia, individuate a macchia di leopardo. I rincari non riguardano però solo i lettini ma anche tutta l'organizzazione turistica. La stangata su viaggi e turismo c'è, certifica il Codacons che ha rielaborato i dati definitivi dell'Istat sui prezzi al dettaglio.
A luglio l'inflazione rimane stabile e registra un aumento medio del +1,7% su anno che, "in termini di spesa e considerati i consumi totali delle famiglie, equivale ad un maggiore esborso pari a +559 euro annui per la famiglia 'tipo', +761 euro per un nucleo con due figli - spiega l'associazione a difesa dei consumatori -. A registrare i rincari più alti, tuttavia, sono proprio tutte le voci legate alle vacanze estive e al turismo: a luglio i prezzi dei voli nazionali, ad esempio, crescono del +35,9% su anno, i voli europei del +5,5%, le tariffe dei traghetti del +10,9%, quelle delle auto a noleggio del +9,9%, i listini dei pacchetti vacanza nazionali del +10,3%, case vacanza, b&b e altre strutture ricettive del +6%, stabilimenti balneari e piscine del +3,4%, musei e monumenti storici +4%.
Villaggi vacanza impraticabili, anche i campeggi su
In un solo mese le tariffe di villaggi vacanza e campeggi si impennano del +15,7%". La crisi geopolitica in atto e il crollo della domanda di voli verso gli Stati Uniti hanno fatto invece scendere i prezzi dei biglietti aerei intercontinentali: -6,3% su base annua, spiega il Codacons. "L'estate 2025 sarà particolarmente salata per gli italiani, e dall'Istat arriva oggi la conferma dei fortissimi aumenti di prezzi e tariffe che stanno interessando il comparto turistico - afferma il presidente Carlo Rienzi -. Rincari che portano una fetta crescente di cittadini a rinunciare alle vacanze estive, con circa un italiano su 2 (il 49%) che quest'anno non si concederà una villeggiatura tra giugno e settembre".
"Gli italiani non riescono a arrivare a fine mese"
Se insomma i balneari puntano sulla settimana di ferragosto, la consapevolezza è che non sarà comunque sufficente a coprire le perdite registrate a luglio. "Al mare quest’anno, come non mai, i bagnanti sono venuti, e stanno venendo, soltanto nel weekend - dice Antonio Capacchione, presidente di Sib Confcommercio -, per il resto della settimana le file di ombrelloni rimangono chiuse, gli stabilimenti vuoti e questo fenomeno non è dovuto al 'caro ombrellone', come qualcuno tenta di dire, piuttosto non si comprende la realtà della situazione: il problema reale delle famiglie italiane è che non riescono ad arrivare a fine mese", afferma aggiungendo che la situazione si registra a livello nazionale, anche se è a macchia di leopardo.
"Dire che le spiagge sono vuote perché le tariffe sono alte è una presa in giro, è disonesto. E' cercare di trovare un capro espiatorio", insiste l’imprenditore che ha uno stabilimento balneare nella spiaggia di Margherita di Savoia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, dove come altrove la situazione "è generalizzata perché – spiega - alcune località del Salento, come Gallipoli o Porto Cesario, oppure la Sardegna, sono eccezioni che confermano la regola. Quest'anno la vacanza italiana è la cartina di tornasole di un paese che è in difficoltà". L’appello che arriva dal Sib è la richiesta di intervenire con sgravi fiscali, cioè di "ridurre il peso fiscale sulle famiglie anche perché proprio a luglio si pagano le bollette della Tari e più in generale le tasse".
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