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Ispettori del lavoro, i dimenticati del Pubblico impiego

Presidio stamani di fronte alla Prefettura di Arezzo

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Non lo dicono ma lo pensano: sono il settore dimenticato del pubblico impiego.  Sono i dipendenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro: “dobbiamo denunciare che, sebbene alcuni passi in avanti siano stati compiuti in questi anni, soprattutto quando era Ministro del Lavoro Andrea Orlando, grazie alle mobilitazioni e agli scioperi del personale, siamo ancora ben lontani dal rendere pienamente operativo l’INL come agenzia di tutela del lavoro a 360 gradi”.

Ed ecco che stamani i dipendenti della sede di Arezzo hanno manifestato in piazzetta Poggio del Sole e quindi esposte le loro ragioni al Prefetto.

“L’INL – ricorda Gabriella Petteruti, segretaria Fp Cgil – ha sul territorio 20 addetti, fra personale ispettivo e amministrativo, che devono occuparsi delle ispezioni in tutti i luoghi di lavoro della provincia di Arezzo e dei servizi amministrativi di tutela del lavoro. In tutti i settori. Il numero è assolutamente inadeguato e questo non è solo un problema dei dipendenti dell’Ispettorato, ma  la cartina di tornasole rispetto a tutte le realtà produttive del territorio. Meno personale vuol dire meno controlli e quindi minori garanzie di sicurezza sul lavoro e di regolare applicazione dei contratti”.

Il tema della carenza di personale non è  solo locale, ma nazionale e non ha a che fare solo con la mancanza di concorsi ma con modifiche normative incoerenti che portano i dipendenti a scegliere di andare in altri enti.

“Nei mesi scorsi l’INL è stato colpito, nuovamente, dal paradosso di mancati adeguamenti del CCNL applicato e solo dopo nuovi comunicati e mobilitazioni, sembrerebbe che nella bozza della legge di bilancio all’esame del Parlamento potrà rientrarvi”.

Commentano Gabriella Petteruti e Micaela Cappellini, coordinatrice Fp Cgil Toscana INL: “Nei giorni scorsi è stato pubblicato il “Decreto sicurezza sul lavoro”, che contiene alcune disposizioni sull’INL.  Apparentemente si dispone che INL, nel triennio 2026-2027-2028 sia autorizzato ad assumere ulteriori 300 unità di personale ispettivo tra ordinari e tecnici”.

Tutto bene, quindi? No. Infatti “il testo del decreto-legge non contiene disposizioni che erano presenti nel testo approdato in Consiglio dei Ministri e che prevedevano ulteriori assunzioni di personale amministrativo, neutralizzate dalla previsione di aumento delle posizioni dirigenziali, nonché strumenti migliorativi  interni a favore dei dipendenti dell’INL e dello stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Allo stesso modo, è stata eliminata la norma che consentiva all’Ente di utilizzare fondi del proprio bilancio per le spese informatiche e la sicurezza delle sedi. In entrambi i casi, sembrerebbe che sia stato decisivo l’intervento della Ragioneria Generale dello Stato, nel silenzio assordante dei preposti uffici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”.

La rabbia è naturale, Fp Cgil, UilPa, Usb e Rsu nazionali hanno quindi dichiarato mobilitazione nazionale.  'I dipendenti di INL sono stanchi di sentirsi essere chiamati in causa solo in occasione di infortuni o morti sul lavoro, senza che alle parole seguano adeguati fatti da parte della Ministra Calderone e del suo staff. L'ente non ha una vera ' autonomia finanziaria' rispetto al proprio bilancio e, così, continua a persistere una sperequazione tra le responsabilità richieste al personale e la retribuzione corrisposta, ancora inadeguata, ma non solo. Accade perché la struttura interna organizzativa non ha risorse per razionalizzare la propria attività, permettendo con banche dati e sistemi informatici una accelerazione dei processi amministrativi, in modo che il personale non sia costretto a fare l' 'amanuense' della pubblica amministrazione. Manca un progetto politico coerente al posto prioritario che il lavoro dovrebbe avere secondo la nostra Costituzione ”.

I sindacati chiedono quindi che “l’INL sia autorizzato ad usare parte del proprio bilancio per destinarne una parte al personale e ad organizzare l'ente in modo che i dipendenti non vengano schiacciati da carichi di lavoro abnormi, facilmente risolvibili attraverso una vera digitalizzazione propria di una Agenzia. In questo modo si potranno finalmente anche prevedere forme di welfare aziendale per tutti i dipendenti e istituire un sistema indennitario, a cominciare dall’indennità di polizia giudiziaria, funzione svolta in maniera encomiabile dal personale ispettivo dell' ente. E’ necessario arrivare ad una attività di tutela del lavoro capace di aggredire gli attuali macro-fenomeni di illegalità, il che implica di uscire dalla logica  dei numeri, meramente incentrata su quante ispezioni siano state fatte senza una vera opera di intelligence. Così, ad esempio, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricordiamo il ruolo che l’INL potrebbe avere in base alla normativa nazionale e sovranazionale in riferimento al contrasto alle discriminazioni di genere, ruolo  che sembra dimenticato dai vertici dell'Amministrazione stessa, a differenza di altri paesi europei nei quali l'Ispettorato del Lavoro collabora con organizzazioni sovranazionali come l'ILO. L'idea di base, leggendo le modifiche normative di questi anni è che INL sia servita, per ora, a creare plurime poltrone dirigenziali ( anche nel D.L. Sicurezza sono state depennate le assunzioni di personale amministrativo per far spazio a nuove posizioni dirigenziali) spesso legate all'indirizzo di governo con una connessione con la politica espressamente vietata dalla C81 dell'ILO. In un paese che basa la sua democrazia sul lavoro è inaccettabile che  l'ente preposto alla sua tutela sia sotto scacco della maggioranza politica del momento, come inaccettabile è che l'attuale Ministra Calderone provenga dall'Ordine dei Consulenti del Lavoro, rendendo opaca la distinzione fra ' controllori' e ' controllati' . Dal 2023 è in programma uno smantellamento prima evidente ed ora subdolo dell'ispettorato del Lavoro; temiamo che la disorganizzazione della struttura, la carenza di risorse fisse, chiesta da sempre come fp cgil, sia in realtà un piano preciso per 'affogare'  il personale di un lavoro sfinente, senza supporti, portandoli così a scegliere altri concorsi ed altri Enti. In questo modo sembra si stia attuando in maniera indiretta la proposta della Ministra Calderone di far tornare i dipendenti INL all'interno del Ministero, in modo da rendere definitivo lo slogan di questo governo di ' non disturbare chi produce'.

Redazione
© Riproduzione riservata
26/11/2025 13:20:16


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