Volontariato o sfruttamento?
Polemiche da parte di alcuni esperti sull'attuale gestione di alcuni beni culturali
Il turismo culturale in Italia sta crescendo e continua a farlo. L’occupazione nel settore invece sta diminuendo. Come è possibile questo? La pagina Facebook “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”, in attivo ormai dal 2015 e che oggi è diventata anche un sito, ci spiega quotidianamente il perché: lo sfruttamento esasperato del volontariato è una risposta. Il volontariato culturale, nella situazione attuale, sta a tutti gli effetti sostituendo il lavoro: sempre più istituzioni, private e pubbliche, si affidano quasi totalmente a persone che offrono il proprio tempo gratuitamente per tenere aperti e operare in luoghi di interesse collettivo, come ville storiche, musei ma perfino archivi e biblioteche. Il tutto accade a discapito dei volontari stessi, spesso giovani, che magari sperano un giorno di essere assunti nell’istituzione a cui donano il proprio tempo, ma di certo, dati alla mano, la tendenza non è questa. Il problema è che certe situazioni sono regolamentate proprio dallo Stato: la legge Ronchey del 1993 ad esempio permette liberamente questo tipo malsano di gestione. I membri fondatori di “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”, tutti quanti esperti nel settore, hanno presentato nei giorni scorsi una legge alla Camera, dove si chiede di revisionare la legge del ’93 e cercare, con alcuni punti, di placare questa indegna situazione. Il volontariato è un’attività nobile che va sicuramente preservata e coltivata ma di certo non può arrivare a sostituire il lavoro, specialmente quello riguardante la delicata gestione dei beni culturali, che abbisogna anche di figure professionali ben formate. Se siete interessati ad approfondire il tema vi consiglio di visitare la pagina Facebook già citata, dove troverete molte storie che non potrete non definire come casi di sfruttamento; nel sito internet invece leggerete la proposta di legge presentata alla Camera e alcune indagini Istat che vi chiariranno le idee sulla questione.
Leonardo Tredici
Interessato fin da adolescente al mondo dell’arte si iscrive dopo il diploma ad un corso di Studi Storico-Artistici presso La Sapienza di Roma, dove si laurea nel 2015 con una tesi su Raffaellino del Colle, pittore biturgense allievo di Raffaello e stretto collaboratore del Vasari. Intenzionato ad approfondire i suoi studi prosegue la carriera universitaria a Perugia dove ha concluso una laurea magistrale in Storia dell’Arte con un elaborato riguardante alcuni aspetti dell’arte grafica tra XV e XVII secolo. Ha collaborato con diversi artisti di cui ha scritto critiche e curato esposizioni, scrive saltuariamente di arte e cultura nell’Eco del Tevere e ha maturato esperienze pratiche in diversi ambiti museali.
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
Commenta per primo.