Sermoneta: borgo medioevale dell’Agro Pontino
Un borgo che ha mantenuto nel suo centro storico le caratteristiche del suo passato medioevale
Edificata in epoca medioevale dagli abitanti dell’antica Sulmo in fuga dalle invasioni saracene, Sermoneta, città di poco più di novemila abitanti nell’agro pontino, è un borgo che ha mantenuto nel suo centro storico le caratteristiche peculiari del suo passato medioevale.
Fu questa un’epoca di particolare floridità economica per la città, grazie al controllo delle strade di collegamento verso il sud Italia e le relative dogane; nel borgo vennero edificati in questo periodo il Duomo ed il Castello Caetani.
La situazione di Sermoneta peggiorò nel ‘500, quando iniziarono le bonifiche dell’agro pontino trasferendone altrove i centri di potere e provocando importanti fenomeni di emigrazione dalla cittadella fortificata sul colle soprattutto verso i nuovi territori bonificati, che proseguirono fino al secolo scorso.
Nella zona vi sono notevoli testimonianze archeologiche risalenti alla presenza dell’uomo fin dalle epoche preistoriche, come la necropoli di Caracupa, Valvisciolo ed i terrazzamenti del monte Carbolino.
Nel borgo storico sono diversi gli edifici religiosi interessanti, tra cui la millenaria Abbazia di Valvisciolo, in rigoroso stile romanico cistercense, con alcuni richiami successivi collegati ai Templari.
Vi sono inoltre la cinquecentesca chiesa di Santa Maria della Vittoria, la chiesa di San Giuseppe, patrono di Sermoneta, all’ingresso del paese, con una bella facciata sopra la ripida gradinata.
Notevole anche quella di San Michele Arcangelo, la cui costruzione, stretta tra le case, risale alla seconda metà del XII secolo, al cui interno è contenuto un interessante organo settecentesco, il seicentesco battistero ed affreschi quattrocenteschi.
La Cattedrale di Santa Maria, sorta nel XII secolo sulle rovine di un preesistente, un paio di secoli dopo assunse l’aspetto gotico attuale, probabilmente grazie agli interventi dei monaci cistercensi di Fossanova.
La chiesa di San Francesco e l’attiguo ex convento, poco fuori dal paese, nacque come fortilizio dei Cavalieri del Tempio che vi rimasero dal 1162 al 1312, quando vi si stabilirono prima i francescani e successivamente i Minori Osservanti; sul piazzale antistante la chiesa è tuttora presente un gigantesco leccio piantato dai religiosi nel 1495.
A dominare dall’alto il paese e la piana sottostante c’è l’imponente Castello Caetani,costruito agli inizi del 1200 e successivamente arricchito di opere di difesa che dovevano renderlo quasi inespugnabile.
La quattrocentesca Loggia dei Mercanti, sede del Comune, degli affari e delle assemblee popolari, con belle arcate a tutto sesto, rappresenta ancora oggi un punto di incontro dei cittadini ed è uno dei luoghi più caratteristici del paese.
Sermoneta ha conosciuto di recente una notevole espansione turistica che ha come meta l'antico e ben conservato borgo antico, con i suoi stretti vicoli, le scalinate, le case in pietra.
Ai piedi del colle su cui è ubicato il centro storico lungo la via Pedemontana, vi sono tutti i centri antichi del territorio; Doganella di Ninfa, uno dei centri agricoli più importanti dell’Agro Romano e Pontino soprattutto per le coltivazioni della vite, delle olive, dei kiwi, della frutta; Caracupa, ai piedi dell’Abbazia del Valvisciolo, dalle fortificazioni pre-romane di Monte Carbolino e nelle vicinanze della Necropoli da cui prende il nome.
L’abitato di Monticchio è altresì caratterizzato dalla ricchezza di acque sorgenti sulfuree e minerali e dal porto fluviale sul fiume Cavata; Tufette-Acquapuzza è ricca di sorgenti naturali, di terreni agricoli ed è l’area degli insediamenti produttivi di rilevanza nazionale e internazionale.
Pontenuovo-Carrara, invece, rappresenta l’area moderna di Sermoneta, quella di maggiore espansione urbanistica e presenza di servizi.
Tante le iniziative che vi vengono organizzate, dalla Sagra della Polenta alla Festa di San Giuseppe e dei Fauni, alla Fiera di San Michele, alla Rievocazione Storica della Battaglia di Lepanto, dove la devozione religiosa fa da contraltare all’allegria, al divertimento ed alle tradizioni enogastronomiche locali.
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