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Primi verdetti dai ballottaggi: Livorno al Pd, Ferrara alla Lega

Luca Salvetti vince nella città toscana, Alan Fabbri in quella emiliana

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Al leghista Alan Fabbri, già candidato governatore del 2014, il miracolo è riuscito: a spoglio ultimato, il Carroccio ha espugnato Ferrara. Invece, malgrado il rosario sempre in tasca, il miracolo non è riuscito al fotografo di matrimoni Roberto Salati nell’altro fortino rosso di Reggio Emilia, dove vince Luca Vecchi del centrosinistra. Tutti campanili dove da 70 anni regna la sinistra. Nei 15 capoluoghi la partita finisce fifty -fifty: il centrosinistra vince 6 città, Rovigo, Verbania, Reggio Emilia, Prato, Livorno, Cremona. Il centrodestra si aggiudica Biella e Vercelli, Ferrara e Forlì, Ascoli Piceno e Foggia. Potenza è in bilico, Avellino vinta da una lista civica, a Campobasso vincono i grillini. «Vinciamo anche a Cesena, Pontedera, Aversa e Casal di Principe», esulta il Pd. Che in Emilia è avanti a Carpi, perde Mirandola e si aggiudica Maranello, patria della Ferrari. Insomma, dai primi dati la nuova guardia Dem tira un sospiro di sollievo: pur avendo perso Ferrara e Forlì e anche altri comuni medi emiliani come Copparo e simbolici come Mirandola, «non è lo sfondamento che loro si immaginavano», commenta la responsabile enti locali del Pd Marina Sereni. «La regione è contendibile ma noi teniamo». Gentiloni gongola: «Nella sfida delle città babbo Salvini non sfonda. Straordinario il nostro successo a Livorno». Dove il Pd con Luca Salvetti a metà spoglio è molto avanti in una città simbolo conquistata cinque anni fa dai grillini con Nogarin, che non si è ricandidato. A urne chiuse, anche se dal Pd fanno finta di niente, la bassa affluenza al 52,5%, 16 punti in meno del primo turno, si traduce di solito in elettorato militante al voto e dunque per partiti strutturati nelle zone rosse è un buon segno. Dunque al Nazareno in serata l’umore sale. Sarà per scaramanzia, ma Nicola Zingaretti segue i risultati da casa, lasciando al partito la responsabile enti locali Marina Sereni e pochi altri. La posta in gioco è altra. La primazia tra i campanili d’Italia, non solo nelle grandi città, dove il Pd alle Europee è primo partito a Roma, Torino, Milano, Bologna, Firenze; ma anche nei capoluoghi del nord o del sud, o nelle regioni rosse, Emilia e Toscana, che la Lega cerca di espugnare. «Belle vittorie e belle conferme», gioisce pure Nicola Zingaretti.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
10/06/2019 05:22:16


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