Opinionisti Alessandro Ruzzi

Facciamoci male con i dati economici 2018.

Siamo proprio in brache di tela.

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Giugno è il mese nel quale le camere di commercio presentano i loro rapporti sulla economia provinciale nell'anno precedente. I commenti dei media aretini e degli interlocutori hanno puntato sui fattori positivi senza tuttavia addentrarsi sulla vera origine dell'incremento che, per esempio, si è registrato circa il turismo della Provincia di Arezzo o sul vertiginoso aumento delle importazioni che ovviamente si riflette in aumento delle esportazioni, preferendo glorificare il nuovo massimo assoluto espresso per l'importo totale delle esportazioni provinciali.
È facile anche per me sottolineare come l'economia regionale non possa troppo distanziarsi dall'economia nazionale che per l'anno 2018 ha registrato un aumento dello 0,9%: gioire perché a livello provinciale il valore aggiunto è aumentato dello 0,8% (sotto la media) dà purtroppo idea della tristezza del momento.
Sono andato a fare un confronto con la provincia di Siena che riporta dati diversi e migliori di quella di Arezzo: infatti a Siena il Pil è aumentato del doppio, ossia dell'1,6%. Ma è aumentato del doppio in una situazione complessivamente migliore: infatti il valore aggiunto per addetto senese è di € 29.250 mentre quello aretino è di € 24.865. Ma non è che Siena sia  fuoriclasse, basta guardare a Firenze dove ogni addetto sviluppa oltre € 34.000: ad Arezzo siamo oltre € 2.000 sotto la media regionale. Se poca ricchezza si produce, poca ricchezza si distribuisce; direi che questo è il problema della economia aretina: dai servizi evidentemente non arrivano contributi di grande pregio (semplicemente commesse o camerieri), nel manifatturiero l'impatto delle crisi è così forte che molti sono coloro che non lavorano (o non percepiscono stipendi pieni). Quando parliamo di eccellenze, vino e cibo vengono spesso citati: il loro contributo all'economia senese e di circa 450milioni€ mentre ad Arezzo siamo fermi a 77milioni€ (dati anno 2017). Cotiche quanto s'ha da camminare!!
I molto vantati incrementi dei flussi turistici ad Arezzo devono forse fare conto con metodi diversi di rilevazione e magari con una diversa attenzione al profilo fiscale (nel passato troppi facevano i furbi): l'incremento si concentra sulle attività alberghiere "altre" (case vacanze e simili) mentre per quello che riguarda gli alberghi c'è una situazione di modestissimo aumento.
Mi permetto di aggiungere le immagini tratte dalle presentazioni in modo che ognuno possa fare le proprie valutazioni, ma il fatto che il valore aggiunto pro capite nell'aretino sia ancora lontano dal valore registrato nel 2007 forse fa capire meglio di tutti quanto la nostra economia locale sia debole.
Continuo a sottolineare la mancanza di governance a livello locale che tenga in adeguata considerazione l'importanza del manifatturiero e la smetta di investire male a favore di una sola tipologia di categoria imprenditoriale: caso mai non mi fossi spiegato intendo che l'assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo si preoccupa principalmente di iniziative legate al commercio per negozi e alberghi. La fondazione turismo ovviamente è troppo giovane per sviluppare iniziative di spessore (e di ritorno economico),  quindi vai con "La città del Natale", la notte bianca, la cena gialla o il pomeriggio fucsia. Oltre ai mercatini internazionali, di strada, di cantone, di cortile. Ma al CAC, Centro affari (o come si chiama adesso), tuona e siamo a ventilare l'acquisto di beni per dargli un pò di fiato: spero che sia una operazione giuridicamente corretta. Spero noi toscani non si compri dei "gioielli" che gli orafi partecipanti alla sagra dell'oro di Arezzo hanno prodotto e consegnato in comodato. Oggetti peraltro con dubbi materiali dato che servivano a sola esposizione. Spero che in Regione cambino idea, ho qualche amico fabbricante che sta radunando le carte. Intanto il bilancio dell'ente fiera latita e i grandi accordi con Rimini non si vedono.
Secondo me abbiamo perso altri 4 anni (l'era Ghinelli si èaggiunta alle precedenti tristi  giunte) nei quali aree a noi vicine hanno dimostrato potersi fare meglio.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
29/06/2019 16:16:11

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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