Opinionisti Giorgio Ciofini

L’eterna signorina

Sempre vestita come una bambola

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L’incontravo da trent’anni per il Corso pieno di gente, sempre vestita come una bambola. Era un cazzotto in un occhio e, per me, si voleva sfogare come quei pugili che vanno in palestra a fare il sacco.     

L’eterna signorina

                Era sempre curatissima, non gli pendeva mai ‘n capello, che portava lungo e cotonato alla moda del Settecento, l’eterna signorina. Più che da un salone di bellezza, pareva uscita da’la vetrina del Bindi, o da uno di quei moderni atelieur ‘n do’ si fanno e si prendono i colpi di sole.  O una bambola di quelle che ‘na volta si mettevano sopra il letto con la coperta bona e que’ vistiti tutt’a crinoline, dai colori pastello, anticati com’i mobili scoloriti dalla polvere del tempo. Anche lei andava ‘nsu e in giù, ‘ngiù, che in su e un se capiva dove. Viaggiava tra la folla sempre dritta com’un fuso, sempre dentro il su’ raggio visuale e non si fermava mai, come s’avesse una gran fretta d’arrivare chissandò, o di scappare da questo mondo. L’altr’anno l’ho arvista dopo tanto, che m’ero anche preoccupato, da le parti di piazza San Michele. Veniva in giù del su’ passo, dritta come ‘l campanile della Pieve, ma aveva cambiato look. Quella volta era vestita da contadinella e pareva appena uscita da ‘n quadro di Rosai, o aveva un non so che d’un personaggio del presepio vivente delle Ville, che piaceva tanto a quel Beppe ch’è passato al Ciesseemme. Spesso la ‘ncontravo per il Corso, che è la via ‘ndo a’ Rezzo vanno tutti per non sbatter la testa sui muri. In mezzo secolo di vasche non l’ho mai vista passeggiare ‘n compagnia, o fermasse a parlare con qualcheduno. Solitaria più del passero di Leopardi, viaggiava per il Corso sempre dritta com’un fuso, ‘nsù e ‘ngiù, ‘ngiù e ‘nsù, in mezzo a popolo de ‘Rezzo, che lì è fitto quanto ’l panico, come se fosse nel deserto del Sahara. Forse cercava n’oasi di pace, o forse un ricco Emiro del sito, chi lo sa? La testa a testuggine, lo sguardo puntato all’infinito, non vedeva nessuno, ma aghindata com’era la vedevono tutti, anche s’oramai l’aretini ciaivon fatto ‘l callo e tiravano a diritto come Maroncelli. L’età de’le donne non si dice, ma per almeno trent’anni l’eterna signorina è vita a spasso per il Corso, come fosse ‘n passerella a Boboli per Pitti donna, tutta ’nrossettata, impettita e fiera di sfilare avanti e ‘ndietro, indietro e avanti, concedendosi a l’ammirazione dei passanti omini. Sempre dritta com’un cipresso di piazza del Praticino, senza degnare d’uno sguardo manco un palazzo o ‘na vitrina, altera e irraggiungibile com’una pretendente al trono di Fiabilandia, co’ la solita fretta d’andare chissandò, o di scappare da questo mondo. Improbabile come la papa mobile senza ’l papa, transitava in mezzo a ‘na folla d’aretini indifferente, pareva la versione femmina dell’omino d’oro senza la biciletta. Per me è stata la premonizione di questi tempi dimolto originali e parecchio fori de capo, ‘n do’ corron tutti a voto, avanti e indietro, indietro e avanti, in su e in giù, ‘nun gioco de l’oca, che cià dimolto più cervello dei giocatori. A vedella era un cazzotto ‘n un occhio. Forse si voleva sfogare come que’ pugili che vanno in palestra a fare il sacco, ma faceva dimolta tenerezza. Per questo, ogni volta che l’incontravo, speravo ch’almeno a casa ciavesse avuto ‘n bambolotto per far du’ chiacchiere e sentisse meno sola. Ma poi m’è venuto ‘n mente quel proverbio che dice: “meglio soli che mal’acompagnati” e me so chiesto: “Chissà come vede noialtri, putacaso se casca nel suo raggio visivo, l’eterna signorina?”    

Giorgio Ciofini
© Riproduzione riservata
09/07/2019 09:26:56

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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