Vertenza Fusioni Michelangelo, martedì la richiesta del tavolo di crisi in Regione
Il consigliere Casucci: "Preservare gli attuali posti di lavoro e un sostegno ai dipendenti"
Vicenda Fusioni Michelangelo di Caprese: martedì sarà chiesto il tavolo di crisi regionale. Già depositata la mozione da parte del consigliere regionale della Lega, Marco Casucci, la quale sarà discussa in occasione della prossima seduta del consiglio regionale; quella tra martedì e mercoledì prossimo. La vicenda oramai è nota: dallo scorso 1° ottobre i libri contabili sono stati depositati in Tribunale ad Arezzo dove per metà dicembre è fissata l’udienza. Circa 40 lavoratori a casa da un giorno all’altro; maestranze, però, che non sono ancora state licenziate. Martedì pomeriggio l’incontro dei sindacati, si tratta della Fiom Cgil e dell’amministrazione comunale di Caprese Michelangelo, con i vari dipendenti. Una situazione critica e allarmante. Del caso si era occupato immediatamente il consigliere regionale della Lega Casucci, il quale ha mantenuto l’impegno preso. “Ho presentato la mozione – commenta Casucci – che impegna il presidente e la giunta regionale a porre in essere tutte le possibili iniziative per affrontare in maniera costruttiva la vicenda della Fusioni Michelangelo, oltre che sollecitare l’immediata apertura da parte dell’unità di crisi lavoro della Regione Toscana, di un tavolo di crisi aziendale che coinvolga tutte le parti in causa. Istituzioni comprese: tutto ciò per preservare gli attuali posti di lavoro e, contemporaneamente, cercare di fornire un concreto sostegno ai dipendenti e alle loro famiglie tramite l’attivazione della pratica per il conseguimento degli ammortizzatori sociali. La Fusioni Michelangelo – ricorda il consigliere della Lega – è un’azienda creata nel 2000 che opera nel settore della moda producendo accessori in metalli preziosi; negli ultimi anni si era però caratterizzata come mono committente per un grande marchio compiendo anche ingenti investimenti”. Vanno avanti le richieste sia da parte dell’amministrazione comunale che della Fiom Cgil per avere un dialogo con l’azienda ubicata nella frazione di Lama. “L'azienda non ha partecipato all’incontro di martedì, ma si è limitata ad inviare una lettera precisando di non poter essere presente e di essere sostanzialmente in attesa della nomina del curatore”, afferma Alessandro Tracchi segretario aretino della Fiom Cgil. La stessa sigla sindacale, inoltre, ha già fatto partire una missiva chiedendo non solo chiarimenti sul futuro dell'impresa e dell'occupazione ma anche tutte le azioni utili a garantire ai dipendenti la riscossione dei tre stipendi arretrati e l'ottenimento di tutti gli ammortizzatori sociali a cui hanno diritto.
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