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Un anno fa, il 16 gennaio 2019, la chiusura del viadotto Puleto sulla E45

Marcelli: "Dopo le sofferenze, investimenti sulla strada e risistemazione della ex 3 bis"

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È trascorso un anno esatto da quel 16 gennaio 2019, giorno in cui all’imbrunire la E45 e i collegamenti longitudinali vennero spezzati in due a causa della decisione della Procura di Arezzo di sequestrare il viadotto Puleto dopo aver visionato foto e video di un cercatore di funghi relative ai pilastri del ponte, il cui sgretolamento in superficie aveva portato alla luce i ferri del cemento armato. Risultato: deviazione obbligatoria allo svincolo di Valsavignone in direzione nord e scenario rivoluzionato per chi – soprattutto gli autotrasportatori, cioè l’utenza forte – percorreva l’arteria per motivi di lavoro. Una decisione che è diventata il caso dell’anno in Valtiberina, con le tappe successive: il 13 febbraio, riapertura parziale del Puleto per i veicoli con peso complessivo non superiore alle 30 tonnellate e con la promessa (non mantenuta) dell’allora ministro Danilo Toninelli di un ripristino totale entro 30-40 giorni. In aprile, l’avvio delle perizie da parte del professor Claudio Modena, che si è preso i suoi tempi per poi arrivare alla conclusione che non vi erano elementi oggettivi per decretare la pericolosità del ponte e quindi dal 3 ottobre, dopo 260 giorni, è tornata la normalità con il transito di nuovo consentito anche ai mezzi pesanti, salvo ora procedere con nuove perizie. Tanto allarmismo per nulla, insomma, detto con il senno di poi. “E’ stato un anno difficile per la comunità della Valtiberina – commenta il sindaco di Pieve Santo Stefano, Claudio Marcelli – che ha sofferto dal punto di vista economico, ma comunque c’è stata coesione fra i pubblici amministratori: tutti insieme abbiamo cercato di superare la sopraggiunta crisi, a cominciare da quella dei gestori delle aree di servizio. Il cammino è ancora lungo, con altri risultati che dobbiamo portare a casa: la realizzazione per intero del piano di investimenti sulla E45 e la risistemazione dei circa 5 chilometri di vecchia 3 bis fra Valsavignone e Canili di Verghereto, con il ritorno alla competenza dello Stato”. Gli fa eco il collega Mauro Cornioli di Sansepolcro: “Dobbiamo ora impegnarci per avere una E45 migliore e più funzionale. Certamente, rimane aperta la battaglia per il breve tratto della Tiberina, per cui fondamentale sarà il pressing da esercitare nei confronti di Anas, nonostante per la primavera sia stato annunciato il via ai lavori. Le attività economiche sono ripartite, grazie anche al significativo intervento della Regione Toscana, che ha garantito forme di ristoro alle aziende operanti in funzione della superstrada”. E a proposito di queste ultime, a parola Marta Sideri, che gestisce assieme ad altre persone l’area di servizio fra le due uscite per Sansepolcro in direzione sud: “Dopo aver accusato perdite di fatturato oltre il 50% e aver dovuto rinunciare a un dipendente – esordisce – il lavoro è ripreso abbastanza bene in questi tre mesi, specie se rapportato con quanto si sarebbe potuto ipotizzare, anche se le notizie nazionali su fragilità di gallerie e ponti non trasmettono la giusta fiducia. Siamo ora costretti a darci sotto per recuperare il terreno perduto e il fatto che a distanza di nove mesi il Puleto sia stato dichiarato agibile è suonata come una presa in giro, per cui dico: ben vengano i controlli, purchè si facciano con celerità e si chiuda anche la strada – se necessario – ma per periodi di tempo più ragionevoli”.    

Redazione
© Riproduzione riservata
15/01/2020 22:29:00


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