Opinionisti Alessandro Ruzzi

L'uscita a gamba tesa del vescovo Fontana

Inaccettabile silenzio assenso del sindaco che non ha fischiato

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Non seguo Fontana, ma il fiorire di post pro o contro sui social mi ha spinto a vedere il registrato. Le opinioni sono legittime, ma quanto ha affermato il vescovo di Arezzo durante la passerella mediatica del sindaco Ghinelli -che "dovrebbe" fornire informazioni sull'andamento del corona virus e sulle misure per il suo contenimento- meritava una reprimenda che l'ossequioso ingegnere si è ben guardato dal fare.
Io preferisco i preti quando si dedicano a temi sociali, sono quelli che mi costringono a riflettere, o teologici. Non sproloquiare sui Dpcm. E credo non sia carino andare contro la Cei e la sua aderenza alle norme di tutela del popolo di Dio.
Certo per alcuni il ramoscello d'ulivo è cibo per lo spirito, tuttavia le necessità materiali di generi di 1ª necessità non possono essere prese a paragone; pensate al numero di persone che avrebbero approfittato dell'apertura delle chiese per godersi una giratina senza rischi di sanzioni. Poteva, Fontana, organizzarsi per tempo -invece di lamentarsene proprio il giorno di Pasqua a giochi fatti- ed offrire proprio negli spazi dei supermercati, mentre s'era in fila per fare la spesa, la disponibilità di olivi benedetti o l'opportunità di far benedire le uova. Chi avrebbe detto no, se ben fatto?
Evidentemente il vescovo della diocesi aretina avrebbe preferito che proprio le persone più fragili partecipassero alle funzioni religiose; ha anche affermato che il virus non si è diffuso quando decine di migliaia di persone hanno partecipato alla Madonna del conforto, ovvio lui ha dati incontrovertibili che non risultano in possesso del comitato tecnico scientifico che guida le azioni del governo italiano.
Spero che nessun cinese abbia inteso, come me, circa il disinteresse che avrebbero nei confronti dei loro morti: i morti cinesi finiscono nei forni, nel disprezzo dei parenti. Io non sottoscrivo al buio. E comprendo l'antipatia cinese verso i predicatori.
Comunque chi doveva prendere le distanze da certe parole pubblicamente, l'inflessibile sindaco di Arezzo, non lo ha fatto.
Per chi vuole sanzionare persino quello che è lecito e di buon senso, è disdicevole lasciare che si contestino prescrizioni per la tutela della salute pubblica. Atteggiamento da pavidi. Parole inconciliabili con quelle dette poco dopo da chi è alle sue dipendenze, il capo degli urbani aretini, sull'uso delle auto (tramite il visibilmente stanco Poponcini un grazie a chi superlavora in questi giorni).
Non so se le parole del vescovo debbano essere inquadrate nella lotta che evidentemente è in corso in Vaticano. Una parte ampiamente minoritaria, ma chiassosa della ortodossia cattolica -che trova voce attraverso canali social degli Stati Uniti- è da mesi all'attacco di papa Bergoglio. Problemi interni alle gerarchie vaticane, la gestione degli enormi patrimoni accumulati dalle diocesi e messi a dura prova dai risarcimenti che derivano dalle condanne per pedofilia perpretrate da canonici di lingua inglese verso il loro gregge. La chiusura delle chiese viene stigmatizzata, anzi viene portata ad esempio della sottomissione della Chiesa ai poteri dello Stato. La pandemia viene indicata come punizione al lassismo che consente l'omosessualità ed altre indegne pratiche. Campione di questi è tale Viganò, leggere i suoi scritti mi fa vomitare.
Le posizioni terzomondiste del Vaticano sono invise anche alla destra italiana, Salvini non risparmia attacchi al cardinal Bergoglio che bacchetta la mancanza di solidarietà e umanità che emana dagli atti del segretario leghista.
Sono al tutti contro tutti, faccio un esempio. Qualche giorno fa ho chiesto a un amico perchè in un post avesse criticato (rinfacciandogli anche di non pagare l'Imu) papa Bergoglio fotografato mentre andava a Santa Marta in una Roma deserta, mentre aveva apprezzato la photo-opportunity in cui il vescovo Riccardo (ora si dice così..) benediceva l'ospedale con persone davvero troppo vicine: forse seguiva quella linea politica che vede Benedetto quale papa, infatti non ha saputo motivare l'essere anti Francesco. Per caso, Ratzinger o il vescovo Riccardo volevano pagare l'Imu e Bergoglio glielo ha impedito? Non mi risulta. Il vescovo Riccardo può andare al giro mentre papa Francesco non può? Non mi pare. Gi piacevano le scarpe rosse che Benedetto calzava? Boh...
Certo il mio amico parlava per slogan, spero domani dia maggior sostanza a simili post. Perchè la sua opinione vale quanto la mia, se la argomenta.
Dal confronto civile, il progresso.
Dalle bischerate, le risate.
Dal silenzio, il ludibrio.

Una nota per gli habitué dello show di Ghinelli: voi dovete appellarvi al vescovo col SUA ECCELLENZA, lui -anzi egli- gli dà del tu. Marchese del Grillo docet.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/04/2020 21:40:51

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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