Lampi di guerra tra Azerbaigian e Armenia in Nagorno Karabakh
Pesanti combattimenti nella regione, due elicotteri azeri abbattuti
Nuovi scontri tra Armenia e Azerbaigian. Si torna a combattere nella regione separatista del Nagorno-Karabakh. Il ministero della Difesa armeno afferma che due elicotteri azeri sono stati abbattuti. Il portavoce del ministero Shushan Stepanyan ha anche detto che le forze armene hanno colpito tre carri armati.
Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha riferito che l'Azerbaigian ha lanciato un attacco aereo e di artiglieria intorno alle 6 ora locale. L'Azerbaigian ha fatto sapere che stava rispondendo ai bombardamenti lungo tutto il fronte. Entrambe le parti hanno riferito di morti civili.
L'Azerbaigian – ha comunicato la presidenza del Karabakh – ha iniziato a «bombardare» la linea di confine e obiettivi civili, inclusa la città principale della regione, Stepanakert. Il presidente del Nagorno Karabakh, Araik Harutyunyan, in una riunione d'emergenza del Parlamento della regione separatista azera sostenuta dall'Armenia, ha proclamato la legge marziale e annunciato una mobilitazione militare totale dopo gli aspri scontri al confine con l'esercito dell'Azerbaigian.
A metà luglio si sono già verificati scontri nell'area che separa la regione azera di Tovuz dalla provincia armena di Tavush, vicino alla Georgia, a diverse centinaia di chilometri dal Nagorno-Karabakh, che dal 1988 è un'area contesa dall'Armenia e dall'Azerbaigian. L'Azerbaigian insiste per riconquistare la sua integrità territoriale, mentre l'Armenia difende gli interessi dell'autoproclamata repubblica.
Il conflitto ha visto un'escalation di violenza nell'aprile 2016 e, sebbene sia stato concordato un nuovo cessate il fuoco, continuano a essere registrati scontri sporadici nella zona di confine. Per spingere per una soluzione negoziata del conflitto, nel 1994 è stato istituito il cosiddetto Gruppo di Minsk, copresieduto da Stati Uniti, Russia e Francia. Il gruppo comprende anche Germania, Bielorussia, Finlandia, Italia, Svezia e Turchia, nonché Armenia e Azerbaigian, e la "troika" dell'Ocse, i paesi che rappresentano l'attuale, la precedente e la prossima Presidenza.
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