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Sospesi i lavori per il secondo ponte sul Tevere a Sansepolcro

Irregolarità sarebbero emerse dopo il blitz dei carabinieri forestali insieme alla Procura

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Nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali della Stazione di Sansepolcro coadiuvati dai militari del Gruppo ambiente della Procura di Arezzo e dal Dipartimento Arpat di Arezzo, hanno eseguito un controllo ambientale all’interno dell’area di cantiere interessato dai lavori per la realizzazione del secondo ponte sul Fiume Tevere per verificare l’effettiva esistenza e il relativo  funzionamento delle opere a protezione delle risorse idriche e del suolo attestate nel progetto esecutivo dell’opera presentato dal progettista e  approvato dalla Giunta Comunale di Sansepolcro.

Il sopralluogo  avvenuto alla presenza del direttore dei lavori, ha constatato l’assenza di quasi tutti i presidi ambientali che dovevano essere adottati prima che le opere avessero inizio; nella fattispecie: il cantiere risultava sprovvisto di un sistema di fossi per la raccolta e lo smaltimento delle acque pluviali; mancavano gli impianti per il trattamento delle acque superficiali prima della loro immissione nella rete idrica superficiale; lo scarico dei reflui in acque superficiali non risultava autorizzato; i cumuli di terreno vegetale presenti nel cantiere  derivanti dallo scotico dell’area dei lavori non erano  protetti da teli traspiranti finalizzati ad evitare il dilavamento e la emissione in atmosfera di polveri; nell’area di lavoro non funzionava l’impianto lava ruote.

Il tutto, costituendo due  violazione penali  (da una parte la messa in esercizio di un cantiere in assenza di autorizzazione allo scarico e  omettendo di eseguire le preventive misure per la tutela delle risorse idriche e del suolo e dall’altra l’inevitabile smaltimento diffuso e incontrollato sul suolo e sulle acque superficiali  dei  reflui industriali prodotti dal dilavamento delle aree di lavoro) ha indotto  la Polizia Giudiziaria a prescrivere l’immediata sospensione dei lavori fino alla preventiva realizzazione delle opere sopra indicate nonché a deferire all’Autorità Giudiziaria   il responsabile unico del procedimento, il direttore dei lavori e l’appaltatore.

Adesso avranno a disposizione 90 giorni entro i quali provvedere alla messa a norma del cantiere; l’ottemperanza determinerà la ripresa dei lavori e  l’estinzione del reato, in caso contrario proseguirà l’azione penale nelle forme previste dal Codice.

 

Redazione
© Riproduzione riservata
30/11/2020 13:11:13


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