Kurz spacca la Ue: “Alleanza con Israele per produrre vaccini, l’Ema è troppo lenta”
«Ci dobbiamo preparare alle varianti per i prossimi anni», dice il cancelliere austriaco
Austria e Danimarca, membri del gruppo «First Mover» fondato dal cancelliere Sebastian Kurz, non faranno più affidamento sull'Ue in futuro per i vaccini. «Insieme a Israele - twitta il leader di Vienna - produrremo dosi di vaccino di seconda generazione, per ulteriori mutazioni del virus Covid-19, e insieme studieranno nuove opzioni di cura». Il fabbisogno della sola Austria è stimato a circa 30 milioni di dosi di siero. Vienna entra così, a gamba tesa e mentre l’Europa tenta di organizzarsi per un passaporto sanitario e ha appena rinforzato i contratti con le case produttrici, nella lotta al coronavirus. La scelta di Kurz spacca i 27, ed è stata annunciata in vista di un viaggio in Israele, che il cancelliere sta preparando incontrando i rappresentanti delle principali società farmaceutiche nazionali (Pfizer, Novartis, Polymun o Böhringer Ingelheim) e i principali scienziati e professionisti medici austriaci, tra cui Markus Müller, rettore dell’università di Vienna, nel board dell’università di Tel Aviv. «Abbiamo concordato nell’estate scorsa che i vaccini sarebbero stati acquistati dall'Ue per gli Stati membri in tempo utile e approvati rapidamente», ha detto Kurz. «Questo accesso era fondamentalmente corretto, ma l'Ema è troppo lenta nell'approvare i certificati di validità. Dobbiamo quindi prepararci per ulteriori mutazioni e non dovremmo più dipendere esclusivamente dall'Europa per la produzione di vaccini di seconda generazione». E ancora: «Gli esperti prevedono che nei prossimi anni dovremo vaccinare 2/3 della popolazione, ovvero oltre 6 milioni di austriaci, ogni anno. Con questa vaccinazione torneremo alla normalità in estate. Ma la pandemia durerà, siamo impegnati a lungo con varie mutazioni. Dobbiamo prepararci per questo e per la fase successiva all'estate in tempo utile».
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