Non c'é l'origine dolosa nell'incendio che ha distrutto la Valentino Shoes di Levane

Il rogo sviluppato dalle polveri di lavorazione, come era successo alla Soldini di Anghiari
L’incendio che ha distrutto il calzaturificio Valentino Shoes Lab, non è doloso ma si sarebbe sviluppato dalle polveri di lavorazione che erano depositate in una parte dello stabilimento andato distrutto nella notte tra 1 e 2 aprile a Levane. Un incendio che ricorda quello che nel 1994 distrusse il calzaturificio Soldini di Anghiari. La combustione degli scarti, sarebbe avvenuta nell’edificio di via Leo Valiani raso al suolo dal rogo. L’inchiesta condotta dal dottor Dioni aveva già escluso l’innesco volontario, a differenza di quanto pare essere accaduto alla vicina Lem, azienda galvanica andata a fuoco la settimana successiva. In quel caso una porta sfondata e altri elementi in mano agli inquirenti - Vigili del Fuoco e Carabinieri - sono in mano al Pm Angela Masiello e l’obiettivo è dare un volto al piromane, anzi più di uno. L’incendio alla Valentino avrebbe funzionato da fonte di ispirazione per la scorreria nella galvanica. L’inchiesta a questo punto potrebbe configurare l’ipotesi di responsabilità per “negligenze, omissioni e imperizie” che possono aver favorito lo svilupparsi del rogo. Ora, in relazione alle cause del gravissimo danno (milioni), la non corretta gestione dello smaltimento dei residui, attraverso un percorso fatto di aspirazioni e accorgimenti vari, potrebbe essere addebitata a qualcuno, chiamato a rispondere penalmente dell’accaduto.
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