Anghiari, Tovaglia a Quadri torna in presenza ma si sposta al Castello di Sorci
Da sabato 31 luglio il via alla prevendita: sarà anche online, oltre alla modalità tradizionale
Si svolgerà dal 10 al 19 agosto la XXVI edizione di Tovaglia a Quadri, “cena toscana con una storia da raccontare in quattro portate”, con drammaturgia originale di Paolo Pennacchini e di Andrea Merendelli, che ne cura anche la regia, interpretata dagli abitanti della Valtiberina.
Un evento che registra ogni anno il tutto esaurito e una lunga lista d’attesa, e che quest’anno si sposta, per la prima volta dopo 25 anni e solo per questo 2021, dal cuore di Anghiari al castello di Sorci. “Quel che è accaduto nel mondo ha cambiato le regole e ci ha "sfollato" in una nuova sede – dichiarano i due drammaturghi - Un luogo pieno di storia antica e di storie recenti, un castello che è anche una locanda dove da 50 anni transitano artisti, attori, scrittori e giornalisti: il Castello di Sorci. In particolare, il suo cortile nobile, fra la chiesetta e il bastione, forse di origine etrusca. Un luogo speciale per una edizione speciale, che radunerà attori nuovi e abitanti antichi di Tovaglia a Quadri. La formula sarà sempre la stessa: tovaglie apparecchiate con ingredienti locali della tradizione d'Appennino, curati dall'esperienza degli chef del Castello di Sorci e dello storico ristorante La Nena di Anghiari”.
Tovaglia a Quadri è da sempre uno spettacolo unico, irripetibile. Ogni edizione, ogni replica, ogni singolo quadro ha una sua vita, un suo respiro, legato alla memoria civile della collettività, una delle caratteristiche salienti della manifestazione: piccole e grandi storie che vanno dalle miniere etrusche a Leonardo, dal brigantaggio alle deportazioni nazifasciste, dall’emigrazione in Argentina alla svendita dell’acqua pubblica, dalla crisi del comparto artigianale, alle tematiche ambientali, partendo dal locale fino ad arrivare al nazionale.
Storie antiche o temi di potente attualità, come afferma Gianfranco Capitta “Gradualmente, con lo scorrere degli anni e delle portate, si è passati dal racconto dei fasti di una celebre cortigiana locale approdata in Vaticano (l’Anghiarina, appunto), al problema degli immigrati che qui sono molti e rendono possibili le grandi coltivazioni di tabacco pregiato”. La carica civile non viene mai meno in questi temi brucianti, che a tavola sono divenuti patrimonio comune, raccontati con l'umorismo toscano che rende “accettabili” le realtà tutte pienamente documentate, in un vero e proprio teatro della memoria collettiva in cui la piazza del paese diviene una “zona franca” dove la memoria può essere (o non essere) condivisa da tutti.
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