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La Corte Europea: “La Russia è responsabile dell’assassinio di Litvinenko”

E il Regno Unito accusa un terzo ufficiale russo per l’avvelenamento di Skripal

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La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo punta il dito contro Mosca per l’omicidio di Aleksandr Litvinenko. I giudici di Strasburgo hanno dichiarato la Russia «responsabile» della morte dell’ex ufficiale dell’intelligence del Cremlino poi divenuto apertamente critico nei confronti del potere russo e avvelenato nel 2006 con una dose letale di polonio. Litvinenko morì tre settimane dopo aver bevuto in un hotel di Londra una tazza di tè verde avvelenata con la micidiale sostanza radioattiva. Il suo volto sofferente e pallido durante il ricovero in ospedale fece il giro del mondo e dal suo letto di morte - riporta la Reuters - il 43enne disse agli investigatori di sospettare che fosse stato Putin in persona a ordinare il delitto.

In tutti questi anni il Cremlino ha sempre respinto ogni accusa e oggi il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha bollato come «infondate» le conclusioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. «Non ci sono ancora i risultati di questa indagine e quindi fare dichiarazioni come queste è quantomeno infondato», ha affermato Peskov, mentre il ministero degli Esteri di Mosca ha parlato ancora una volta di «russofobia» e ha dichiarato che la sentenza solleva «non poche domande».

La Corte di Strasburgo ha stabilito che «esiste il forte sospetto» che Andrey Lugovoy e Dmitriy Kovtun, gli uomini accusati di aver avvelenato Litvinenko, «abbiano agito in qualità di agenti dello Stato russo» e ha ordinato a Mosca di versare alla vedova 100 mila euro per danni morali e altri 22 mila e 500 euro per le spese legali. Era stata proprio la moglie di Litvinenko, Marina, a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sostenendo che il marito era stato ucciso da persone che agivano per conto del governo russo, o comunque con la connivenza e l'aiuto delle autorità russe, e che queste ultime non avevano condotto un'inchiesta efficace per far luce sui fatti.

Litvinenko cominciò a star male il primo novembre del 2006, dopo aver incontrato Lugovoy e Kovtun e aver bevuto il tè poi rivelatosi letale. I giudici dicono di aver stabilito «oltre ogni ragionevole dubbio» che l’omicidio è stato commesso da loro due. «L'operazione pianificata e complessa che prevedeva l'acquisizione di un raro veleno mortale, l'organizzazione del viaggio per i due e i ripetuti e prolungati tentativi di somministrazione del veleno indicavano che il bersaglio era Litvinenko», precisa la corte. Kovtun e Lugovoy (quest’ultimo poi diventato parlamentare in Russia) si dicono innocenti e in ogni caso è altamente improbabile che siano estradati.

La sentenza di Strasburgo appare in sintonia con un’inchiesta pubblica condotta in Gran Bretagna e che nel 2016 aveva concluso che l’omicidio del tenente colonnello Litvinenko era stato «probabilmente approvato» da Vladimir Putin. Litvinenko viveva nel Regno Unito e a quanto pare collaborava con gli 007 dell’MI6. Aveva lasciato la Russia nel 2000 dopo aver rivelato un presunto piano dell’intelligence di Mosca per uccidere l'oligarca Boris Berezovsky, costretto poi a fuggire in Inghilterra per non rimanere schiacciato dal Cremlino e trovato morto nel 2013 nella sua casa ad Ascot.

Pure quella di Sergey Skripal è una storia di ex spie e veleni dietro la quale si sospetta lo zampino di Mosca. E proprio oggi le autorità britanniche hanno annunciato di aver formalizzato le accuse anche contro un terzo cittadino russo per il caso che nel 2018 mise a dura prova i già tesi rapporti tra Russia e Occidente. Tre anni e mezzo fa a Salisbury l’ex spia doppiogiochista Sergey Skripal e sua figlia Yulia rimasero gravemente intossicati dopo essere presumibilmente venuti a contatto con una micidiale sostanza nervina, il Novichok, ma furono salvati dai medici dopo settimane in bilico tra la vita e la morte. Il veleno però pare che fosse celato in una boccetta di profumo, che fu ritrovata alcuni mesi dopo da Charlie Rowley e Dawn Sturgess, una coppia della zona. Lui rimase intossicato. Mentre lei morì tragicamente nei giorni succesivi. Secondo Londra, il presunto “terzo uomo” dell’operazione per tentare di uccidere Skripal sarebbe Denis Sergeev (alias Sergey Fedotov), che avrebbe agito come una sorta di coordinatore. La polizia britannica ritiene che i sospettati fossero membri di un commando del Gru, l’intelligence militare di Mosca, che però respinge le accuse.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
21/09/2021 19:50:22


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