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Patty Pravo, l’eterna figlia dei fiori

Regina di provocazioni, voce calda ed eterna "ragazza del Piper"

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Patty Pravo è un’artista che ha saputo incarnare i cambiamenti della società e della musica pur restando sempre fedele a se stessa. Hippie della prima ora - per qualcuno la prima vera figlia dei fiori italiana - ha affrontato con arguzia e creatività il tempo che passa, non tanto adattandosi, ma da inconsapevole precorritrice.

Per questo incarna appieno lo spirito guerriero degli over 60, che riescono ad amare la sua prima hit “Ragazzo triste” come il recente brano portato a Sanremo “Un po’ come la vita” con Briga. Patty Pravo è riuscita a vivere il 1968 essendo già oltre le lotte del partito internazionale della gioventù. “Neanche avevo capito che ci fosse il ’68 - ha commentato in un’intervista al Corriere della Sera - Viaggiavo tanto, ero ovunque. Nel ’69, andai alla Nasa dagli astronauti scesi dalla Luna e, in Russia, cantai per l’Armata Rossa”.

Patty Pravo icona over

Il merito di tanto successo attraverso le generazioni è dovuto a fattori come la sua musica, la sua immagine mutevole e d’avanguardia, ma anche la filosofia che sta alla base del personaggio: un personaggio perfettamente aderente a Patty Pravo persona. Coraggiosa, irriverente, ammaliante: l’artista è riuscita a ritagliarsi una fetta nel cuore dei suoi coetanei ma anche degli appartenenti alle altre generazioni. “So guardare non dico avanti, ma solo al momento - ha raccontato al Corriere - Vedo cosa mi va e, se voglio stare tranquilla, stacco e mi faccio un viaggio da sola”.
 

Le esperienze di vita di Patty Pravo corrispondono a quelle del suo personaggio, narrato in tre diverse biografie: “Bla, bla, bla” con Massimo Cotto del 2007, “La cambio io la vita che - Tutta la mia storia” del 2017 e “Minaccia bionda - A modo mio sempre contrattempo” del 2020.

Queste esperienze sono assolutamente affascinanti e tra esse ci sono moltissimi viaggi. “Ho vissuto tre o quattro anni tra Los Angeles e San Francisco - ha raccontato in un’intervista a Grazia - Facendo avanti e indietro con l’Europa, Londra, l’Italia. Una volta presi un aereo per andare a vedere com’era il Ferragosto a Roma. Quando stavo in California, mi piaceva guidare fino al Gran Canyon. A Las Vegas, avevo alcuni amici indiani che mi confezionavano collanine e bracciali. Sono tra le poche cose che ho ancora. Credo che mi portino bene”.

Tra i viaggi non ci sono stati solo quelli con tutti i comfort ma anche qualcosa di decisamente più avventuroso. "Ho anche fatto la traversata atlantica in solitaria - ha rivelato al Corriere - Dalla Spagna, ho beccato gli Alisei e in due settimane ero arrivata. Ne ho parlato con Giovanni Soldini e non si capacitava di come fossi viva, perché lui va super organizzato, io ero partita terra terra”.

Patty Pravo regina di provocazioni

Patty Pravo, nel corso della sua carriera, ha incontrato diversi altri artisti, sia per le sue collaborazioni sia in amicizia, dal pittore Mario Schifano al cantante David Bowie, fino ai Rolling Stones. “Con Keith Richards, siamo ancora amici - ha raccontato al Corriere - Ero con lui quando cadde da una palma alle Fiji e i giornali scrissero che era ferito grave, ma fu solo una bottarella. Si fece un Jack Daniels e già non ci pensava più”.

Una volta Renato Zero ha raccontato di quando la cantante arrivò al Piper, negli anni ’60, su una Rolls Royce guidata da un autista africano, con due levrieri al guinzaglio: qualcosa di grande impatto e di assolutamente inedito per quei tempi. E l’immagine da diva si è spesso prestata alla creatività di molti stilisti, tra cui Gianni Versace, che creò per lei il look di Sanremo 1984: la cantante era un po’ sparita dal jet set per via di alcune illazioni della stampa, ma arrivò sul palco dell’Ariston come una splendida principessa giapponese del futuro.

Tra gli scandali che le capitarono anche un’accusa per droga nel 1992: passò tre giorni a Rebibbia in isolamento e alla sua uscita le detenute le cantarono “Ragazzo triste”. “Ci sono stata tre giorni, rilasciata con tante scuse perché cercavano cocaina, ma io, se c’è una cosa che non ho mai preso è la coca. Il resto sì”, ha detto al Corriere, aggiungendo che oggi, e da molto tempo, non fa più uso di alcuna sostanza.

La carriera di Patty Pravo

“Già a scuola, da ragazzina, mi dicevano che ero più avanti, fuori dal tempo, fuori dal comune - ha spiegato ancora a Grazia - E, in effetti, la mia vita un po’ eccezionale lo è sempre stata. Ho avuto la fortuna di nascere a Venezia e, alle elementari, ho avuto una maestra meravigliosa che, invece di recitare le preghiere in classe, ogni mattina ci faceva cantare La Marsigliese”. Classe 1948, Nicoletta Strambelli - questo il vero nome della cantante - fu cresciuta dai nonni, anche se i genitori le furono sempre accanto, educandola come una persona libera dalle convenzioni 

Intorno alla metà degli anni ’60, dopo le prime esperienze musicali giovanili, Patty Pravo iniziò a esibirsi al Piper, un club romano molto in voga all’epoca, diventando per tutti “la ragazza del Piper”. Fu durante una di queste serate che venne scoperta. “A 15 anni, finito il conservatorio - dice al Corriere - andai a Londra a imparare l’inglese. Arrivo, mi dicono che a Roma c’è un locale fighissimo. Con gli amici, parto in macchina la sera stessa. Il proprietario Alberigo Crocetta mi vede, mi chiede se so cantare come so ballare. E io, che a cantare non avevo mai pensato, dico subito sì. Sono salita sul palco, mi è piaciuto. Mi hanno detto che dovevo avere un gruppo, farmi un repertorio. Poi, Gianni Boncompagni scrisse per me il testo di ‘Ragazzo triste’ e stavo già in giro a far serate”.

Il disco d’esordio, “Patty Pravo”, risale al 1968: da allora l’artista ha inciso altri 27 album in studio più altri 4 dal vivo. Ha partecipato per dieci volte al Festival di Sanremo: nel 1970 cantando con Little Tony “La spada nel cuore”, nel 1984 con “Per una bambola”, nel 1987 con “Pigramente signora”, nel 1995 con “I giorni dell’armonia”, nel 1997 con “E dimmi che non vuoi morire”, nel 2002 con “L’immenso”, nel 2009 con “E io verrò un giorno là”, nel 2011 con “Il vento e le rose”, nel 2016 con “Cieli immensi” e nel 2019 cantando “Un po’ come la vita con Briga”. Ha inoltre preso parte più volte al Festivalbar e a Canzonissima, oltre che a diverse trasmissioni televisive, film (anche un paio di musicarelli) e una serie tv, “Tutto Totò” con l’omonimo attore partenopeo.

E se a Sanremo ha vinto alcuni premi della critica, Patty Pravo ha conquistato anche altri diversi riconoscimenti, tra cui una Targa Tenco, un Premio Ciampi e un Nastro d’argento per “Sogno”, brano inedito che Ferza, Ozpetek incluse nella colonna sonora del film “Mine vaganti”, in cui figura anche un grande classico della cantante, “Pensiero stupendo”.

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
06/10/2021 05:53:33


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