Rubrica Marche

Monastero di Fonte Avellana

L’Abbazia venne fondata, in onore della Santa Croce

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Incastonato tra le pendici del Catria, il Monastero di Fonte Avellana è un luogo mistico e suggestivo, immerso nel silenzio del secolare bosco, ricco di bellezza e sobrietà naturalistica. E’ una preziosa teca di spiritualità, tradizioni e cultura.

Dove si trova il Monastero di Fonte Avellana?

Il monastero di Fonte Avellana si trova nel comune di Serra Sant’Abbondio, nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, alle pendici del Monte Catria.

Storia e origini del Monastero

L’Abbazia venne fondata, in onore della Santa Croce, da un gruppo ristretto di eremiti alla fine del X secolo. Si insediarono in quest’area e vi costruirono un piccolo eremo dove pregare, che nel corso dei secoli venne ampliato e trasformato in un monastero.
Il fondatore più importante di questa comunità fu San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Predicò la sua grande spiritualità tra il X e l’XI secolo a Fonte Avellana, a Sitria, sul monte Petrano e a San Vincenzo al Furlo.
Fonte Avellana divenne un’abbazia molto potente sia economicamente che politicamente, nel 1392 prese il titolo di commenda, una comunità basata sugli affari.
I fondatori Avellaniti, una congregazione autonoma, nel 1569 furono assorbiti dai monaci Camaldolesi.
Il Monastero dopo varie vicissitudini passo tra vari proprietari, da Napoleone al Regno d’Italia, e nel 1935 passò definitivamente ai Monaci Eremiti Camaldolesi.

Cosa vedere nel Monastero di Fonte Avellana

Ciao Amici, oggi ci troviamo in un luogo mistico e suggestivo, il Monastero di Fonte Avellana. Il complesso è imponente ed austero.
All’interno troviamo un’unica navata a croce latina, in stile romanico, coperta da volte a botte a sesto acuto, con il presbiterio ed il coro rialzati posti sopra la Cripta.
Posto sopra l’altare maggiore un impressionante Crocifisso ligneo di Francesco Tiraboschi da Pavia, del 1567. Sulla destra si può notare l’altare dedicato a Sant’Albertino, con le spoglie mortali del Santo; sulla sinistra la tela raffigurante il “Beato Lodolfo con la Vergine e il Bambino” dipinta da Francesco Ferri nel 1740.

Curiosità sul Monastero di Fonte Avellana?

Nel Monastero vissero e pregarono 76 santi e beati. Attualmente vi vivono solo sette monaci.

San Pier Damiani

Figura cruciale San Pier Damiani che diede forte impulso alla nascita del nucleo originario del monastero. Poco distante dall’eremo si può visitare la grotta dove il Santo pregava. Noi ci siamo andati, qui trovi come arrivare alla Grotta San Pier Damiani.

La Biblioteca

Nella Biblioteca “Dante Alighieri” vengono custoditi oltre 10.000 volumi, preziosi codici miniati, antichi libri sacri e il Codice NN dell’XI secolo (primo breviario della comunità avellanita e prezioso documento dell’evoluzione delle notazioni musicali).

Divina Commedia e Fonte Avellana

L’Eremo viene citato nella Divina Commedia (Paradiso, canto XXI) da Dante Alighieri.

“Tra due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che i troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria”

interno del Monsatero di Fonte Avellana

La Cappella a Croce

Fu realizzata nel 1826 per ospitare la Stauroteca, la teca che contiene una reliquia della Croce di Cristo, che attualmente si trova nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino. La leggenda narra che fu portata da Costantinopoli dall’Imperatrice Bizantina Elena come regalo al figlio. La Stauroteca, dopo molte peripezie, arrivò nel convento di San Michele sull’isola di Murano. Dopo la caduta di Venezia nel 1797 venne custodita nel Monastero Camaldolese di San Gregorio al Celio e poi al Monastero di Fonte Avellana.

Cosa non perdere al Monastero di Fonte Avellana?

Visita interno Monastero

La visita guidata all’interno del Monastero: la Biblioteca, la Sala di San Giovanni da Lodi, con lo Scriptorium, (dove i monaci trascrivevano a mano antichi testi latini e greci), il Chiostro, la sala del Capitolo, la Cripta la parte più antica dell’Eremo di Fonte Avellana.

A pranzo con i Monaci

E’ possibile pranzare con i monaci di Fonte Avellana. Al refettorio vengono serviti i piatti della tradizione marchigiana: polenta, pasta fresca, coniglio o cinghiale ed erbe spontanee.

Giardino Botanico

Il Giardino Botanico è un’area verde dove sono coltivate moltissime erbe e piante.

Antica Farmacia

L’Antica Farmacia, luogo dedito alla produzione di prodotti genuini e naturali, dal miele alle marmellate, dagli amari alle erbe fino ai saponi, creme preparati secondo le antiche ricette. I monaci nel Medioevo, coltivavano erbe officinali e le lavoravano per ricavarne delle “medicine”.

Sentieri e trekking

Nella zona del Monastero di Fonte Avellana partono e arrivano diversi sentieri, da non perdere per tutti gli amanti del trekking e delle passeggiate in natura.

Sentiero della Grotta di San Pier Damiani

Un percorso poco impegnativo che conduce alla suggestiva grotta usata dal priore che dal 1043 al 1057 amava isolarsi nel bosco, riparato da questa rientranza naturale rimasta inalterata nel corso dei secoli.

Sentiero anello Rocca Baiarda

Per gli amanti del trekking, un percorso impegnativo che regala una fantastica veduta dall’alto del Monastero di Fonte Avellana e di tutta la vallata

Redazione
© Riproduzione riservata
28/12/2021 06:13:46


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