Il Mucco
Alto quanto un soldo di cacio e piantato come un testucchio
Ogni tanto capita dalle parti dello Stadio. Alto quanto un soldo di cacio e piantato come un testucchio tra le viti a Maccagnolo, è un personaggio quasi felliniano.
Il Mucco
Chissà chi sarà stato a chiamallo ‘n quel modo? È un nomignolo, che pare ‘na fotografia. Anche se non l’è mai visto e lo ‘ncontri per caso al giro per Arezzo, capisci subito che quello che è lì davanti a te e ti guarda con du’occhi tondi e sperduti, come quelli d’un citto tra le cosce d’una donna, è ‘l Mucco. Non se zitta mai che pare il Mosca quando è in valvola, ma fa ‘n casino triplo perché, ‘nvece de ronzare, mugghia com’un bove a’la corrida. Il Mucco è un patito dell’Arezzo e va a’lo stadio, perché alle “banderillas” sulla schiena, preferisce de gran lunga ‘l pallone che, anche se lo pigli sul groppone, almeno unn’buca. Al posto de’ gli zoccoli, cià du’piedi da fatina, che gli spuntano due zeppe, ‘n fondo a ‘npar de’ gambe tozze come la torre Brizzolari e non cià i corni, solo perché la su’ moglie è ‘na santa donna. De piede porta ‘l trentacinque e, per unn’andare scalzo, gli tocca comprare le scarpe delle citte, coi pon pon. Il Mucco, al posto del fieno, rumina calcio da’la mattina a notte fonda. Quand’ariva ‘n via Gramsci, lo senti mugghiare dal crocicchio de Le Pietre. Pare ‘n vitillino da latte. che ‘n trova la poccia e non se zitta finchè non l’ha‘rtrovata e se sente ciucciare anche dalla cima dell’etrusco colle. Ciuccia e te guarda da sotto ‘n su, con quell’espressione beata, ch’hanno i citti quando pocciano. Ma ‘l Mucco su’ ste cose ‘n po’ ci giobba. Infatti piglia la tetta volentieri, perché oltre che amalato de’ l’Arezzo, è anche ‘n gran dongiovanni e ’n figlio di mignotta, di quelli che unn’se sa mai se fanno per scherzo, o perdavero. Quando unn’è allo stadio, ‘l Mucco va pocciare al Torrino e non bada a spese. A cinquant’anni sonati, sembra ancora ‘n citto e, se gli metti ‘n capillino in capo, ‘n ciuccio in bocca e l‘infili ‘n una carruzzina, potrebbe fare ‘l bebè fin’a cent’anni.
Giorgio Ciofini
Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.
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