Ambiente Clima

Innalzamento dei mari fuori controllo, ecco cosa accadrà nei prossimi 30 anni

Nei prossimi 3 decenni il livello dei mari crescerà di 30 centimetri

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L’uomo non riesce a vivere in maniera sostenibile e rispettosa dell’ambiente, e Madre Natura, benché generosa, non fa sconti per nessuno, e ci presenta il suo primo conto da pagare. Stando al rapporto pubblicato dalla Task Force Interagency di Sea Level Rise and Coastal Flood Hazard and Tools, al cui interno si trovano esperti delle principale agenzie governative statunitensi (Noaa, Nasa, U.S. Geological Survey, Federal Emergency Management Agency e Army Corps of Engineers), nell’arco dei prossimi 30 anni l’uomo perderà una moltitudine delle aree costiere, che finiranno sommerse dai mari. Nel documento, il “2022 Sea Level Rise Technical Report Usa”, si tratta quella che sarà una vera e propria emergenza planetaria. Secondo gli esperti, infatti, da qui al non lontano 2050 il livello del mare crescerà (in media) dai 25 ai 35 centimetri nella costa orientale, dai 35ai 45 centimetri nella costa del Golfo e dai 20 ai 25 centimetri nei Caraibi e nell’Alaska settentrionale: e si tratta di stime che i ricercatori definiscono “prudenziali”. Il rapporto, che ha analizzato il rischio non soltanto per gli Usa ma per tutto il pianeta, ha fatto scattare un campanello d’allarme in tutte le organizzazioni governative, anche perché risulta decisamente peggiorativo rispetto alle precedenti previsioni (2017).

Ecco cosa dovrà affrontare l'umanità

Il mare cresce più rapidamente, e i ricercatori non sembrano aver dubbi sul fatto che le mareggiate, anche quelle “moderate”, si verificheranno mediamente 10 volte più spesso di oggi, toccando anche le aree dell’entroterra, finora non interessate al problema. E come gli eventi moderati anche quelli classificabili come “gravi” (e dunque distruttivi)  sono destinati ad aumentare, fino a 5 volte più spesso: e la media sarà superata, anche di molto, in alcune località degli Stati Uniti. La situazione, evidenziano gli scienziati, non sarà diversa in altre aree del pianeta, e senza contromisure si aggraverà ovunque fino a diventare catastrofica nell’arco dei prossimi 80 anni. Un problema insormontabile per le prossime generazioni, che ancora oggi potremo contenere con azioni mirate, quali ad esempio la riduzione delle emissioni di CO2. Diversamente l’umanità vedersela con un innalzamento dei livelli del mare compreso tra 1,1 e 2,1 metri.

La soglia di non ritorno è vicina

“Le emissioni attuali e future determineranno l’entità dell’innalzamento dei mari – evidenzia la task force -. Maggiori saranno le emissioni e tanto maggiore risulterà il riscaldamento e dunque la probabilità di avere livelli del mare più alti”. Ancora gli scienziati non sembrano conoscere i potenziali rischi dovuti ad un incremento delle temperature. Con un riscaldamento globale maggiore di 3 gradi i modelli attuali non sono sufficienti a stabilire cosa realmente potrebbe accadere. E assieme all’innalzamento degli oceani si registrerà anche un incremento di tempeste, uragani ed altri eventi estremi. “Il rapporto - sottolinea con preoccupazione Andrea Dutton, ricercatrice dell’università del Wisconsin - conferma che le cose peggioreranno molto rapidamente. I dati dimostrano ci saranno cambiamenti importanti entro il 2050”, e si potrebbe superare la famosa soglia di non ritorno molto prima del previsto. “Se le banchise ghiacciate intorno all’Antartide iniziassero a perdere stabilità - evidenzia l’esperta - o iniziassero a fratturarsi, non saremo più in grado di arrestare il fenomeno”, e l’innalzamento dei mari potrebbe attestarsi a diversi centimetri l’anno, con conseguenze incalcolabili. “A quel punto la scienza e l’ingegneria non potranno più far nulla, investire in questi settori sarà ormai inutile - aggiunge la Dutton -, superata la soglia l’unica cosa su cui si potrà investire sarà la consulenza psicologica, perché dovremo imparare a gestire il dolore per la perdita degli affetti”.

E il conto lo pagheranno anche gli animali

A pagare il conto sarà la specie umana, come anche diverse tipologie di animali, che non sapranno o potranno adattarsi ai cambiamenti così rapidamente. Scompariranno (o saranno comunque minacciate) le tartarughe marine, che vedranno sparire i luoghi da sempre usati per nidificare (i ricercatori hanno documentato che le tartarughe strisciano più lontano dall’oceano per allontanarsi dall’acqua che sale, ma questo le porta a scavare i loro nidi in una sabbia molto più calda, il che influisce sul numero di uova che schiudono e sul sesso dei piccoli), ma anche moltissime specie di uccelli costieri che vivono nelle paludi, anche queste sommerse dagli oceani. Altri studi suggeriscono che il rapido innalzamento del livello del mare potrebbe spazzare via le foreste di mangrovie costiere, che attualmente proteggono le comunità costiere. Le mangrovie stoccano anche molta CO2, quindi la loro perdita causerebbe un ulteriore aumento dei livelli di gas serra nell’atmosfera e dunque un ulteriore riscaldamento climatico che comporterebbe ancora “problemi”. Ora è prioritario che i governi di tutto il mondo mettano da parte il concetto di confine nazionale così che si possa intervenire su un problema che riguarda tutti, i poveri in primis, ma anche i ricchi.

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
23/02/2022 06:51:43


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