Un poliedro in piazza e Francesco del Cera. Una storia straordinaria
Un dodecaedro di cui non riesco a immaginare una posizione e un decoro migliore.
A Sansepolcro, in Piazza, si è materializzato un poliedro e un gelso: un dodecaedro di cui non finirei mai di elogiare la sintesi meravigliosa per la nostra storia ed arte, in esso racchiusa, del quale non riesco a immaginare una posizione e un decoro migliore.
Ma secondo me non è solo “bello”, è pieno di significati e rimandi storici che affondano nel ‘400 borghese, e non comprenderli sarebbe un delitto per noi concittadini. Non sono io la persona più indicata e posso solo accennare brevemente a questo monumento e quanto valore ha per me.
Anni fa lessi un libro di un americano, l’argomento era la “Proporzione Aurea”, 1,618, insomma quello che fu chiamato a suo tempo “il numero di Dio” con il quale venne definito, nel creato, il concetto di armonia e perfezione. Roba da “impallinati”, lo ammetto, ma è un argomento che mi piace molto, forse perché l’ho studiato in Massoneria. Ma in un capitolo specifico tale libro riportava questo concetto: nel ‘400 l’epicentro di questi studi fu la città toscana di Borgo del Santo Sepolcro, grazie ad un libro che vi era custodito.
Perbacco, possibile che un americano sapesse cose della mia città che io non conoscevo? In realtà a Sansepolcro lo sapevano in più persone, lo scoprì dopo, ma inizia ad indagare da dilettante interessato. E così grazie all’amica Laura Perla seppi che suo padre aveva individuato l’origine di molte cose, al riguardo, nella persona di Francesco del Cera, o Francesco dal Borgo. Non sapevo chi fosse, studia e compresi che fu un vero gigante del suo tempo e che al Borgo era praticamente sconosciuto. E capì anche “il libro” a cui si riferì lo studioso americano. E compresi perché Sansepolcro si possa definire senza tema di smentita, una delle capitali del Rinascimento e dell’Umanesimo del ‘400 mondiale. Riassumo qui brevemente e per punti, quanto sarebbe opportuno che ognuno approfondisse secondo propri interessi:
al Borgo del Santo Sepolcro, nel ‘400, c’erano eccellenti scuole di matematica (abaco), dovute alla straordinaria presenza di mercanti e opportunità economiche
FRANCESCO di Benedetto Cereo da Borgo San Sepolcro (Francesco del, di Borgo; Franciscus Burgensis). - Figlio di Benedetto di Antonio di Matteo del Cera, nacque a Borgo San Sepolcro entro il secondo decennio del sec. XV, amico e collega di Leon Battista Alberti, si trasferì a Roma dove progettò la facciata di S. Marco, il cortile interno di Palazzo Venezia, la loggia delle benedizioni papali (e acclamazioni pontificali) del vecchio S. Pietro, l’ammodernamento di Santa Maria Maggiore, l’Oratorio di S. Andrea a Ponte Milvio. Soprattutto fu un appassionato studioso di matematica e geometria. Proprio per le sue capacità fu architetto, sovrintendente alle opere, segretario particolare e amministratore delle finanze vaticane per 4 papi. Anche la scelta delle selve di Borgo San Sepolcro per fornire legnami destinati ai tetti della basilica di S. Pietro, di S. Marco e del palazzo apostolico furono una sua scelta. Insomma un uomo di importanza straordinaria e di potere notevolissimo (verso la fine della vita finì anche in carcere con l’accusa di malversazioni economiche per appalti, poi scagionato).
Proprio grazie alla sua posizione di potere interno allo Stato Pontificio poté studiare testi manoscritti negli archivi vaticani e romani e tra questi si fece copiare trattati di Euclide, di Tolomeo e di Archimede e l'algebra di al-Khwarizmi. Piero della Francesca, di cui si afferma essere stato un parente prossimo, fu suo ospite quando il pittore operò a vari lavori a Roma, e su questi testi condivise studi soprattutto sull’ottica di Euclide (prospettiva e raggi visuali). Da questi libri e da questi studi scaturirono gli straordinari risultati di Piero della Francesca e la produzione del “de prospectiva pingendi”, un salto straordinario per il rinascimento pittorico, una pietra miliare dello sviluppo tra le scienze e l’arte tipico del meraviglioso Umanesimo. Su tali libri e studi Piero della Francesca fu tutore agli studi di Luca Pacioli, da cui la sua opera “De divina proportione”.
Fra Luca Pacioli era uno degli intellettuali più importanti e celebrati del periodo e fu insegnante di Leonardo da Vinci a Milano, con lui scrisse il suo trattato più famoso e i disegni dei poliedri.
E’ importante conoscere quale sia stato il clima culturale locale in un secolo nel quale a Sansepolcro nacquero e si formarono personalità quali lo stesso Piero, Francesco del Cera e Luca Pacioli, che furono tra i maggiori intellettuali dell’Italia del tempo. Intellettuali che a Sansepolcro mantennero i legami affettivi e gli interessi patrimoniali, parteciparono alla vita pubblica, furono considerati già in vita conterranei illustri capaci di conferire onore alla loro patria.
Francesco morì nel 1468 e fu sepolto in San Pietro (quello vecchio), cosa non da poco evidentemente. A Sansepolcro abbiamo una lapide che lo ricorda sulla facciata del Comune e una piccola via a Porta Romana, così “poco significativa” che proprio non rispecchia la grandezza del personaggio, così dimenticato dalla sua Città.
Marco Cestelli
MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.
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