Opinionisti Marco Cestelli

Amo la mia terra, la Valtiberina, e il mio paese, Sansepolcro

L 'amerei di più se vedessi questi territori proiettarsi nel futuro

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Amo  la mia terra, la Valtiberina, e il mio paese, Sansepolcro. L 'amerei di più se vedessi questi territori proiettarsi nel futuro, se non subissi la tristezza di vederli ripiegati su se stessi verso un inesorabile declino. Siccome posso solo scrivere quello che penso, almeno sogno quello che vorrei pensare.  

Ecco il sogno: il futuro prossimo vedrà una grande carenza di energia elettrica, ma davvero una crisi annunciata. Pertanto sogno di vedere la piana verso la diga con vari moduli nucleari, centrali piccole in se, trasportabili su camion attrezzati, che insieme generano energia, ma tanta e rinnovabile. Negli anni '80 l'Italia si condannò al gas russo e algerino vietando a se stesso uno sviluppo nucleare, una scelta scellerata e autolesionista, soprattutto in un paese che crede all'industria e alla produzione. Oggi mi sembra che ci stanno ripensando (i politici) pertanto mi piacerebbe pensare che queste terre potessero produrre energia elettrica. Certo che sono territori soggetti a terremoti, certo che sono strutture sensibili, certo che le radiazioni "dietro il collo" non sono un piacere dell'esistenza ma io lo sogno lo stesso. Tra l'altro, cosa non di poco conto, immagino che occorrerebbero decine di ingegneri e tecnici che abiterebbero la zona, magari con le loro famiglie, con una ricaduta economica importante e un ringiovanimento sostanziale delle nostre lande, piuttosto tese all'invecchiamento globale. 

Poi sogno che una grande data center sia installato sotto l'acqua del "lago" di Montedoglio (a proposito, oggi non è un lago, è una diga con tutto quello che ne consegue dal punto di vista turistico e paesaggistico): oltre il 40% dell'energia necessaria ad un data center è consumata dal raffreddamento dei locali, se lo fai sott'acqua potresti risparmiare molto energia rendendolo economicamente più vantaggioso. Non mi sono bevuto il cervello, questa soluzione la stanno pensando nei fiordi marini scandinavi quindi perchè non sotto la diga di Montedoglio, sul suo fondale? Poi mi chiedo perchè una diga che genera per forza un getto di acqua esterno, in uscita, non venga utilizzato per creare energia idroelettrica (cosa che fece Buitoni creando una centrale autonoma: sul finire degli anni Ottanta dell’Ottocento, uno dei figli di Giovanni Buitoni, Arnaldo (1854-1915) investì ben 250.000 lire per costruire una centrale idroelettrica sul Tevere, che fu una fra le prime d’Italia e «destò l’ammirazione dei tecnici italiani e stranieri di allora»). 

Sognare è lecito e anche prendersi dell'imbecille (io), va bene, ma almeno non vorrei che vincesse sempre il "partito" dell'inerzia. Ogni volta che si parla di innovare o di cambiare si crea il "partito" del cambiamento e il "partito" del conservare e non fare, con il secondo che vince quasi sempre. Così vedo che le pale eoliche sui monti "di Piero della Francesca" diventano aberrazioni paesaggistiche, furti di natura, devastazioni dei territori (dove peraltro non mi sembra che ci sia la fila di gente che ci cammina); oppure leggo la recalcitrante visione di campi fotovoltaici che rubano il cibo prodotto da teneri agricoltori, allevatori di dolci bovini che non potrebbero più pascolare liberi sui prati eventualmente occupati da questi pannelli bluastri rivolti a sud. Eppure ognuno desidera la luce in casa, il computer sempre in funzione, il telefonino con la ricarica garantita dalla rete. Una ricerca sul ChatGPT consuma circa dieci volte più energia di una ricerca su Google, l'equivalente di un forno acceso per un secondo o una lampadina a basso consumo per due minuti e sono certo, anzi certissimo, che il futuro sia sull'intelligenza artificiale. Ognuno lo sa ma delega questo problema ad altri, oppure "le pale eoliche sul mare" e "i pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni". 

Prendetemi pure per uno sciocco, me lo merito senz'altro, però non smettiamo di pensare al domani per conservare quello che c'è oggi come un "dogma di fede". I nostri concittadini, in un passato glorioso, hanno saputo guardare più lontano del loro quotidiano. 

Marco Cestelli
© Riproduzione riservata
15/11/2025 12:22:44

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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