Strage Erasmus, il processo a settembre. Chiesti 4 anni per l’autista del bus
La tragedia nel 2016 in Spagna. Morirono 13 studenti, di cui sette ragazze italiane
A distanza di 6 anni dalla tragedia di Terragona, in Spagna, in cui morirono morirono tredici studentesse, di cui sette italiane, i giudici del tribunale di Amposta hanno stabilito la data della prima udienza-filtro per il 15 di settembre. Sarà il giorno in cui il pubblico ministero formulerà la richiesta di condanna per l’autista del bus, Santiago Rodriguez Jimenez: quattro anni di carcere con il rito abbreviato. «Richiesta simbolica» la definiscono le famiglie delle vittime italiane.
Gli avvocati delle parti (tra cui la genovese Maria Cleme Bartesaghi) stabiliranno un calendario di udienze, anche se i magistrati spagnoli hanno detto che sarà un processo rapido. Almeno questo è l’augurio visto che sono già trascorsi sei anni dalla tragedia e c’è stata una lunghissima istruttoria per dare una risposta alle famiglie delle giovani vittime. L’ipotesi di accusa nei confronti del conducente del bus (unico imputato dalla magistratura spagnola) è di «omicidio imprudente».
Stando a quanto si legge su un sito internet spagnolo, nei mesi scorsi si è chiusa l’istruttoria, scaduti i termini entro cui la difesa del conducente (un 62enne) del pullman avrebbe ancora potuto fare ricorso. I suoi avvocati, però, non si sono opposti alla decisione della Corte di Tarragona: nell’ottobre 2019 aveva respinto una terza richiesta di archiviazione del procedimento fatta dal giudice istruttore di Amposta. Quindi il processo si farà.
«Finalmente, dopo numerosi problemi e vari tentativi da parte della giudice di Amposta per allungare il più possibile la fase istruttoria», commentano le famiglie italiane. «Purtroppo l’esecutore materiale del disastro è l’autista – afferma Paolo Bonello, padre di Francesca, una delle vittime della strage Erasmus – ma bisogna mettere in luce l’organizzazione di questi viaggi, fatti al massimo risparmio e al minimo della sicurezza: devono essere regolamentati. Soprattutto in Spagna, dove persiste il sub-affitto di autobus che movimentano centinaia di migliaia di studenti». «Ora la speranza che almeno qualcosa cambi per questi viaggi che vengono fatti low-low-cost e che devono essere regolamentati» afferma Paolo Bonello.
Adesso si riparte dalle testimonianze dei 40 ragazzi che si salvarono. Loro potranno raccontare la precarietà di quel viaggio Erasmus, di quel bus lungo l’autostrada e il tragico schianto a Freginals, e delle condizioni in cui era l’autista. Che ammise di essersi addormentato.
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