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Francia, primo caso di gatto contagiato dal virus dell'influenza aviaria

Caso sporadico, nessun allarmismo

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Gravi sintomi neurologici hanno costretto i veterinari a ricorrere all’eutanasia per il gatto che, a fine dicembre 2022, è risultato positivo al virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 a Deux-Sèvres, in Francia. La suscettibilità dei gatti al virus dell'influenza aviaria è nota dal 2004, per un caso in Thailandia e uno in Germania, nel 2006,  dove un gatto, venuto a stretto contatto con gabbiani infetti, ha contratto l'aviaria. Un evento molto raro, come dimostrano numeri, anche se possibile. Quello di dicembre è il primo caso in Francia. L'animale, che viveva a Mauléon, Deux-Sèvres, nella Nouvelle-Aquitaine, era entrato in contatto con un vicino allevamento di anatre infette, come dichiarato dal rapporto dell'Agence nationale de sécurité sanitaire de l'alimentation, de l'environnement et du travail (Anses), l'agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare. 

Il virus riscontrato nel felino presenta caratteristiche genetiche di adattamento ai mammiferi, ma le mutazioni nel genoma che permettono l’infezione sono sporadiche ed è importante verificare che il virus "mutato" non si diffonda negli allevamenti dei pollami. Le indagini francesi hanno già verificato che la mutazione non era presente nelle anatre dell’allevamento all'origine della contaminazione.

L'Agenzia francese raccomanda di tenere lontani gli animali domestici dagli allevamenti infetti e dalle operazioni di macellazione che li coinvolgono. Così come suggerisce ai professionisti esposti ai virus dell'influenza suina e aviaria di vaccinarsi contro l'influenza stagionale. Infatti, un'infezione simultanea da parte di un virus dell'influenza aviaria e di uno dell'influenza umana potrebbe portare alla comparsa di un nuovo virus influenzale potenzialmente molto contagioso per gli esseri umani. 

I virus dell'influenza aviaria si diffondono principalmente attraverso gli uccelli, soprattutto gli acquatici migratori e il pollame domestico, ma arrivano a coinvolgere anche mammiferi che vengono a contatto con loro, come è successo alla fine dello scorso anno in un allevamento di visoni americani in Galizia, dove è scoppiato un focolaio a causa probabilmente di uccelli selvatici.

In Italia non ci sono stati casi di gatti infetti: "Si devono verificare una serie di condizioni 'favorevoli' perché accada - spiega la dottoressa Isabella Monne, veterinaria del laboratorio referenza Ue per l'influenza aviaria presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - deve esserci un focolaio, il gatto deve avere un contatto diretto con animali infetti o deve mangiarne le carcasse".  Quindi nessun allarmismo: "L'evento del gatto francese va indagato nelle dinamiche della sua realizzazione, si deve capire che virus è stato coinvolto e quale è stata la dinamica dell’esposizione. È un evento che può accadere più facilmente in ambito selvatico, ma i selvatici sono un mondo diverso e va mantenuto e rispettato come tale". È molto improbabile che le persone vengano infettate dal contatto con un mammifero selvatico o randagio, ma per quel che riguarda gli animali domestici ecco alcune precauzioni da seguire in ogni caso, non solo per l'aviaria, visto che i selvatici possono trasmettere anche altri patogeni. Evitare il contatto diretto con gli uccelli selvatici, vale sia per le persone che per gli animali domestici, osservarli solo da lontano. Non toccare gli uccelli malati o morti, le loro feci o le fonti d'acqua come stagni o abbeveratoi, soprattutto se nella zona o nei dintorni ci sono stati focolai, anche se in fase di eliminazione. Se dovesse esserci un'esposizione a uccelli selvatici o pollame infetti, bisogna monitorare la salute dell'animale domestico e notare presenza di febbre, respiro affannoso, congiuntivite, atassia, difficoltà di deambulazione, mancanza di equilibrio, giri su se stessi. Attenzione però, questi sintomi sono riconducibili anche ad altre patologie. Nessun allarme quindi, ma conoscenza e prudenza sono fondamentali.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
27/01/2023 14:17:53


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