Usa, New York Times: la procura di New York vicina all’incriminazione per Trump

Se fosse incriminato sarebbe la prima volta per un ex presidente
L’ex presidente Donald Trump sarebbe vicino a essere incriminato. È quanto hanno riferito quattro fonti vicine all’inchiesta sulla Trump Organization al New York Times. Il procuratore di Manhattan nei giorni scorsi ha offerto a Trump – tramite un incontro con i suoi legali – la possibilità di testimoniare davanti al grand giurì che sta indagando. La vicenda per cui è implicato Trump è il pagamento nell’ottobre del 2016 – in piena campagna elettorale - della pornostar Stormy Daniel per comprare il suo silenzio circa una relazione che il tycoon avrebbe avuto con lei dieci anni prima. Trump ha sempre negato di aver avuto una storia con la donna. I soldi sarebbero stati dati a Stormy Daniels da Michael Cohen, ex avvocato di Trump e di fatto un facilitatore. Trump poi avrebbe rimborsato Cohen. Il procuratore di Manhattan – che non ha commentato le indiscrezioni del quotidiano – non contesta il pagamento in sé (in gergo gli hush money non sono illegali, sono soldi per comprare il silenzio di qualcuno) quanto il fatto che Trump avrebbe alterato i registri contabili della Trump Organization per ripagare Cohen. La Trump Organization infatti aveva dapprima segnalato quelle spese come “spese legali”. Ancora prima Trump aveva negato ci fosse mai stato un pagamento alla pornostar.
Secondo quanto riferito dalla Cnn, l’ex avvocato, che si è dichiarato colpevole di violazione della legge sul finanziamento elettorale per aver facilitato il pagamento a Stormy Daniels, è atteso davanti al gran giurì la prossima settimana. Dove hanno già deposte due stelle del firmamento trumpiano: Kellyanne Conway e Hope Hicks.
Un portavoce dell’ex presidente ha definito “semplicemente folle” la minaccia di incriminare Trump. «È un imbarazzo per il procuratore democratico e per la città di New York». Da parte sua il tycoon ha tuonato via Truth. «Non ho fatto nulla di male» ha scritto negando di aver avuto una storia con la pornostar. Quindi ha definito il procuratore Bragg parte di un complotto orchestrato dai suoi rivali politici per abbatterlo, sottolineando – così come aveva fatto sabato scorso nel discorso al CPAC – che lui e i suoi “supporters sono vittime di una corrotto e depravato sistema giudiziario usato come arma”, dai rivali politici.
Se Trump fosse incriminato sarebbe il primo ex presidente della storia a subire una simile azione. Condannarlo sarebbe tuttavia difficile perché – nota il New York Times – ci si muove su un terreno mai sperimentato.
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