Opinionisti Alessandro Ruzzi

Indi Gregory, cui prodest?

Disdicevole intervento a gamba tesa

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Sul caso della bimba inglese colpita da un male incurabile e oggetto di una azione del governo italiano il Presidente del consiglio Meloni mi ha profondamente contrariato.
Il governo italiano si è impossessato di una drammatica situazione sottoposta alle leggi di un paese sovrano straniero per usi di politica interna come arma di distrazione di massa: da alcuni giorni fra le prime notizie dei media italiani campeggia la diatriba che "condanna" il rifiuto della iniziativa italiana. Iniziativa che non mi rappresenta, ma che al momento in cui viene proposta ufficialmente diviene mia. No, mai entrare nella dinamica giuridica di un paese straniero tanto più se questo paese è il Regno Unito. Noi italiani ci lodiamo per l'invenzione del cosiddetto diritto romano dove ogni attività umana -e non solo- è sottoposta a previsioni di legge, le cose sono permesse secondo norme, con i risultati attuali di un eccesso di legislazione -sfrenata-, senza alcuna certezza che le stesse norme vengano interpretate e applicate uniformemente. Lo dimostra il fatto stesso che troppi sono i giudizi che dopo una condanna in primo e secondo grado vengono poi ribaltati e annullati nel terzo grado; lo dimostra la lentezza dei processi e il loro costo sociale; lo dimostra il numero incredibile di richieste di risarcimento per ingiusti processo, circa 1000 all'anno.
Dall'altra parte, contestano quel paese che ha codificato per primo l'habeas corpus o altre tutele per i diritti dei cittadini, una nazione che da centinaia d'anni ha lo stesso sistema statuale che funziona (da noi ogni tanto parte il treno di norme costituzionali da emendare), che ha prodotto la cosiddetta "common law" che per semplicità si può riassumere nel "è permesso tutto ciò che non è vietato", dove ogni procedimento giudiziario vale per se stesso e va a costituire giurisprudenza per il futuro. Un paese ed un popolo che ammiro e che -secondo me- ammira il nostro paese e popolo. Una nazione grazie alla quale abbiamo libertà e democrazia, un complesso di paesi che ha mandato 2.000 ragazzi a morire per liberare la nostra provincia ottant'anni fa.
Un sistema ed una popolazione che hanno compreso come certi temi vadano sottratti al coinvolgimento di chi non ha la necessaria serenità, situazione evidente se la vita di un figlio travalica gli aspetti di qualità della vita stessa. Quindi se in Inghilterra in questi casi affidano la patria potestà all'Alta corte fanno bene: il confronto con le azioni del nostro parlamento invitato al legiferare sul fine vita è devastante.
Infilandoci il servilismo della stampa italiana che ha utilizzato termini impropri e nascosto aspetti discutibili. Scrivere di voler sottrarre la bimba alle norme inglesi in base ad una concessione istantanea di cittadinanza mi pare fuori luogo, quando confondere il concetto di cura e quello di sopravvivenza, dove il Vaticano stesso si muove con cautela, quando impegnare energie e risorse su un caso a 2000 km senza magari garantire a chi sta dietro l'angolo queste energie e risorse, allora credo che ci sia la volontà di distrarre gli italiani. In Inghilterra non vi era alcuna copertura mediatica del caso di Indi, probabilmente perché ci sono tanti "Indi" in condizioni simili e perché appunto ci si fida del giudizio di un magistrato nel valutare se l'affetto e l'aspettativa di un miracolo possono giustificare il dolore del soggetto. Perché qualcuno potrebbe anche dire che quella bimba dimostrava quella reattività soltanto quando riceveva un pizzicotto e si metteva a piangere.
Comunque Meloni non mi rappresenta su questa linea, ancor meno Pillon -ex parlamentare che già si è coperto di ridicolo in passato- il quale da avvocato della famiglia ha insinuato che gli operatori sanitari inglesi abbiano fatto errori nel trattamento della piccola (nello specifico il sondino).
I media inglesi hanno continuato a trattare questo caso con la tradizionale discrezione, la famiglia stessa in verità lamenta che alla bimba non è stato concesso di morire a casa (che mi pare più per loro soddisfazione che per beneficio per la bimba): alla fine sono in Italia i veri lamentoni, inventori del caso. Emersa un'altra triste abitudine italiana: gli opinionisti; qualche giorno fa ho sentito Adriano Panatta pontificare su questo caso. Ho ammirato Adriano Panatta sui campi da tennis, ma esprimere baggianate sul concetto di patria potestà italiana senza sapere come essa venga valutata nel diritto britannico mi sembra molto oltre il cattivo gusto. Dandogli poi di ignoranti, agli inglesi, roba da matti.
Vergogna collettiva.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/11/2023 19:12:58

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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