Opinionisti Alessandro Ruzzi

V.A.R. nelle partite di calcio

Critiche, non solo in Italia

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Negli ultimi mesi seguo con continuità le trasmissioni sportive dove gran parte dei commenti sulle partite di calcio è legata alle decisioni arbitrali, alla lettura dei falli con il V.A.R. o alla non rilevazione di falli attraverso questa tecnologia.

Senza dimenticare come la qualità delle immagini televisive in certe aree del campo ed in certe partite sia sufficiente soltanto a far esplodere dubbi e contestazioni postume. Inoltre in qualche caso il fallo può essere ritenuto irrilevante oppure così rilevante da portare l'arbitro ad annullare quanto sia accaduto dopo quel fallo pur se il gioco è continuato.

E ulteriori discussioni proprio sulla comunicazione intercorrente (quando c'è) fra la sala V.A.R. -che è uno studio televisivo allestito in Lombardia- e gli arbitri nei vari campi al giro per l'Italia.

Argomento che è stato approfondito in un articolo del "the Times" perché nel Regno Unito il pubblico non ha a disposizione nessuna informazione mentre è in corso la revisione di episodi attraverso la tecnologia V.A.R. .

Quindi il pubblico rumoreggia durante l'esame e ancor più dopo.

Sono interessanti le statistiche comunicate dall'associazione gioco calcio britannica che indicano come rispetto all'anno precedente il risultato di queste revisioni abbia portato all'allungamento delle partite che adesso durano 101 minuti e 40 secondi di media (circa tre minuti e mezzo in più della precedente stagione) con il tempo reale di gioco salito della stessa quantità di tempo a 58 minuti e 28 secondi.

Star seduti alcuni minuti mentre i maxischermi dello stadio indicano soltanto che è in corso la revisione dell'azione rappresenta un danno alle società sportive perché gli spettatori si annoiano e quindi diminuiscono i paganti agli stadi proprio in virtù dei tempi morti, ovvio che meno spettatori significano meno incassi per le società di calcio inglesi che normalmente sono proprietarie dello stadio e guadagnano su tutte le attività legate alla partita.

Rendere il tempo di gioco effettivo maggiore con anche migliore qualità nelle decisioni è uno degli obiettivi delle società inglesi che -per

esempio- guardano con interesse al metodo automatico di rilevazione dei fuori gioco, usato nella Champions League.

Il responsabile degli arbitri della Premier League ammette che stanno facendo troppi controlli e che questi stanno richiedendo troppo tempo andando così a impattare negativamente sul flusso del gioco. Questo ha effetti persino ridicoli sulla incertezza del poter festeggiare un gol, esultanza che in Italia sta diventando foriera di polemica visto le ammonizioni che sono state impartite a giocatori che secondo alcuni arbitri festeggiavano in modo "non corretto". Molti guardano a quanto avviene nel football statunitense dove da circa cinquant'anni gli arbitri parlano con il pubblico spiegando i motivi delle loro decisioni attraverso un microfono wireless.

Ma il succo è che secondo il giudizio dell'associazione arbitri inglese finora il V.A.R. è intervenuto correttamente in 57 occasioni e ha sbagliato soltanto due volte , se non che un'indagine diversa affidata a altri esperti denuncia ben 20 errori che hanno inciso in troppi casi sul risultato finale della partita.

Quindi tutto mondo è paese, la palla è rotonda, il problema è noto, la soluzione non si vede.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
23/02/2024 21:21:21

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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