Manifestazione contro l'installazione dell'antenna telefonica ad Anghiari
Continua la battaglia del Comitato "No Antenna"
Dato che per alcuni l'aspetto monetario sembra essere l'unico che conta, parliamo di soldi.
Premettiamo subito che l'erezione di un'antenna è sciaguratamente non soggetta alla necessità di permessi edilizi come per noi comuni mortali, poiché è stata qualificata a partire dal Decreto Legislativo n. 198/2002 (Decreto Gasparri) come opera di urbanizzazione primaria e cioè di pubblica utilità.
Essendo un'opera di pubblica utilità, come previsto dall’art. 44 del D.P.R. 327/2001: "è dovuta un’indennità al proprietario di un fondo che dalla esecuzione dell’opera pubblica o di pubblica utilità sia gravato da una servitù o subisca una permanente diminuzione di valore per la perdita o la ridotta possibilità di esercizio del diritto di proprietà”. In altre parole, chi subisce un danno da un'opera di pubblica utilità, come un'antenna, ha diritto ad essere risarcito.
A proposito di antenne, già esistono sentenze, come ad esempio la 709/2018 del tribunale di Piacenza, che riconoscono ai proprietari degli immobili vicini ad un'antenna il diritto ad un consistente risarcimento monetario per la riduzione del valore delle loro proprietà. Nel caso di Piacenza venne infatti riconosciuto il diritto ad un indennizzo di 65.600 euro (+ 12.678 euro di spese legali) al proprietario di un immobile il cui valore aveva subito un deprezzamento a causa di un'antenna telefonica.
Questi soldi chi li ha pagati? Nel caso di Piacenza l'azienda installatrice; ma in altri casi, come dimostra la sentenza del TAR della Liguria 198 del 2016, si è riconosciuta una responsabilità dell'amministrazione comunale poiché "non ha informato la popolazione locale circa la proposizione dell’istanza relativa al nuovo impianto per telefonia cellulare, neppure mediante semplice pubblicazione all’albo pretorio (modalità che, comunque, non sarebbe stata sufficiente a garantirne un’idonea pubblicizzazione)."
Potrebbe quindi verificarsi il caso, con una giurisprudenza necessariamente in evoluzione, che il Comune divenga soggetto di una richiesta di danni da parte dei proprietari degli immobili vicini (che sappiamo già essere determinati a ciò) ed il contribuente Anghiarese si troverebbe ad essere triplamente danneggiato: territorialmente (per la perdita di amenità), sanitariamente (per le possibili conseguenze delle radiazioni) ed infine monetariamente (per l'esborso che il Comune dovrebbe affrontare). Tutto ciò senza menzionare il fatto che la probabile conseguenza di un risarcimento a spese del Comune sarebbe il riconoscimento della responsabilità personale del Sindaco per il fatto di aver prodotto un danno erariale, non avendo provveduto tempestivamente ai suoi doveri di comunicazione.
Insomma, nessuno di noi Anghiaresi - dall'Amministrazione a noi amministrati - può avere ragionevole interesse all'edificazione di questa antenna. Per questo e tanti altri motivi mostriamo con forza la nostra contrarietà all'installazione della antenna partecipando alla manifestazione di Sabato prossimo ore 16 presso il cantiere.
Comitato No Antenna
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