Il Pd chiede più acqua per il Trasimeno dalla Diga di Montedoglio

Meloni: il lago Trasimeno é in grosse difficoltà
Simona Meloni, consigliera regionale toscana del Partito Democratico, ha proposto un piano audace per affrontare la crescente crisi idrica del Lago Trasimeno. Il lago, che attualmente misura meno 130 centimetri sullo zero idrometrico, è in una condizione di grande difficoltà. La soluzione di Meloni? Utilizzare la diga di Montedoglio, situata nella vicina provincia di Arezzo, per fornire un apporto idrico emergenziale e straordinario al lago.
La diga di Montedoglio è già collegata al Trasimeno attraverso una canalizzazione esistente, utilizzata per scopi agricoli e idropotabili. Secondo Meloni, questa canalizzazione potrebbe essere utilizzata per immettere direttamente acqua nel lago. L’apporto annuale potrebbe sfiorare i dieci centimetri di miglioramento del livello del lago, pari a circa dieci milioni di metri cubi, se per i tre mesi invernali si aprisse il ‘rubinetto’ dell’invaso toscano verso il bacino umbro.
La realizzazione di questo piano richiederebbe un accordo tra la Regione Umbria e la Regione Toscana per l’utilizzo degli sfiori della diga di Montedoglio. Questi sfiori sono particolarmente significativi nella stagione invernale, soprattutto oggi che l’invaso artificiale necessita di una nuova lunga operazione di collaudo dopo la ricostruzione dei due conci dello scarico di superficie avvenuta a dicembre del 2012.
Le tubazioni che collegano la diga al Trasimeno hanno una portata massima di quattro metri cubi di acqua al secondo. Considerando un tiraggio medio prudenziale di due metri cubi al secondo, si potrebbe avere un beneficio di circa 1,5 centimetri (pari a 1,5 milioni di metri cubi) ogni dieci giorni. Ovvero 4,5 centimetri in un mese. Se la tubazione rimanesse attiva per tutto l’inverno, il lago potrebbe crescere di circa dieci centimetri all’anno, pari ad un metro nel decennio.
Per dare seguito a questa operazione ed evitare un rischio concreto di impaludamento dell’unico lago laminare italiano, che presenta una profondità media inferiore ai quattro metri, in una fase di cambiamento climatico, è necessario un accordo tra le due Regioni, Toscana e Umbria. Qualora il livello dovesse scendere ulteriormente anche la nomina di un commissario individuato dalle due giunte regionali di concerto con il Ministero dell’Ambiente potrebbe risultare una scelta necessaria per assicurare una piena tutela ambientale e socioeconomica del quarto lago d’Italia.
A ciò non può che sommarsi un intervento urgente sul fronte della pulizia delle sponde e dei dragaggi, su cui è necessario che la Regione intervenga per sollecitare lo sblocco dei progetti fermi presso il Ministero dell’Ambiente. Meloni ritiene doveroso che la salvaguardia del Lago Trasimeno debba diventare quanto prima un fatto di rilevanza nazionale e a tale proposito sta lavorando insieme ai parlamentari della Commissione Ambiente ad una interrogazione che punta a chiarire quali strategie si intende mettere in campo a tutti i livelli per stabilizzare innanzitutto il livello delle acque, così da ripristinare l’equilibrio ambientale e assicurare un’adeguata navigazione, rilanciare la pesca e sostenere il turismo.
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