Fiorella Mannoia, quando prendeva gli schiaffoni di Alberto Sordi al posto di Monica Vitti
Compie 70 anni una delle più intense, virtuose e sincere interpreti della canzone italiana
Che Fiorella Mannoia compia oggi, 4 aprile, 70 anni sembrerebbe una fake new se non fosse per l’anagrafe che non mente. Nata a Roma il 1954, è nel pieno della sua carriera ma soprattutto fa mostra di una forma fisica da fare invidia a ventenni di tutti i tempi. Settanta e però un numero di tutto rispetto e rappresenta l’occasione per ricordare che gli esordi nel mondo dello spettacolo furono cinematografici più che musicali. Sorprende infatti sapere che cominciò come stunt woman sostituendo a cavallo Monica Vitti, Candice Bergen e la Loretta Goggi della "Freccia Nera".
L’esordio da stuntgirl
Figlia dello stuntman siciliano Luigi Mannoia, Fiorella da giovanissima alternava il canto all’attività di stuntgirl cinematografica dimostrando rara bravura. Abilissima sui cavalli, fu una delle più giovani e coraggiose cascatrici della stagione dei western all’italiana. Fu lei nel 1970 a sostituire Candice Bergen nelle scene pericolose del film “The hunting party” (Il giorno dei lunghi fucili) e sempre lei fu la donna che prende gli schiaffoni di Alberto Sordi nel film “Amore mio aiutami” al posto di Monica Vitti. Partecipò anche come attrice a ben tre western: “Una colt in mano al diavolo”, “E il terzo giorno arrivò il corvo” e “Sei bounty killers per una strage”. Trascorsi che possono spiegare la forma fisica tonica e asciutta che l’artista ancora sfoggia.
Un modello per le nuove generazioni
Anche per tutti questi particolari oggi Fiorella Mannoia rappresenta un modello di artista per le nuove generazioni: versatile ma coerente con i principi che hanno ispirato la sua lunga carriera cominciata da ragazzina. Impossibile non notare l'attenzione con cui ha perseguito la qualità nelle sue scelte professionali e la capacità di non adeguarsi al conformismo esprimendo sempre con intelligenza e ironia un pensiero originale. Un'interprete che negli anni si è costruita uno stile inconfondibile, che punta all'essenza della musica, rifuggendo facili virtuosismi e luoghi comuni canzonettari. Sono questi gli ingredienti che l’hanno imposta come una figura di riferimento del panorama musicale italiano degli ultimi anni. La sintesi di tanti anni di attività potrebbe essere "il successo della qualità" perché nel corso della sua lunga attività professionale è riuscita a tenersi lontana dai compromessi in nome del facile successo riuscendo a rimanere al passo coi tempi senza cedere alle mode.
Il rapporto coi cantautori
Fiorella Mannoia è da tanti considerata la voce di donna più vicina al mondo dei cantautori che hanno scritto per lei veri capolavori e dei quali rappresenta una sorta di elegante contraltare al femminile. Un percorso artistico che negli anni si è arricchito di esperienze fondamentali al fianco di sue colleghe come di alcuni tra i più grandi artisti italiani.
Fiorella “brasiliana”
Un ruolo fondamentale l'ha avuto il Brasile, non solo per la celebre versione di "O que sera" di Chico Buarque de Hollanda ma soprattutto per "Onda Tropicale" un progetto che per la prima volta ha riunito i giganti della musica popolare carioca contemporanea in un album storico non solo per l'Italia. Ma il Brasile rappresenta per Mannoia anche un'occasione di solidarietà, per il suo impegno nel progetto Fondazione Axè, che mira al recupero dei bambini e adolescenti brasiliani che vivono in condizioni disagiate.
L’impegno sociale
E proprio l'impegno, per sostenere cause come l'attività di Emergency, la battaglia contro la violenza sulle donne, la solidarietà nei confronti dei lavoratori dell'Ilva di Taranto, il sostegno alle popolazioni colpite da catastrofi naturali in Emilia e in Abruzzo, insieme a una visione progressista della politica fanno di Fiorella Mannoia, che dal 2005 è Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, un personaggio speciale nello spettacolo italiano, un esempio di come un'artista possa intendere il proprio lavoro come un progetto e una visione che vanno al di là del semplice intrattenimento. E, come ha dimostrato all'ultimo Sanremo, senza perdere mai la voglia di sorridere e di coinvolgere il pubblico con mente e cuore.
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