Sestino “balla” con la storia: protagonisti sono stati i giovani

Sulle aie del villaggio di San Donato, le musiche hanno risuonato per lunghe ore
La recente presentazione al teatro “Cavallini” di Sestino della ristampa del volume “Luoghi e voci delle memoria collettiva”, che raccoglie attività svolte dall’Istituto interregionale di studi e ricerche della civiltà appenninica, creato dal compianto Vittorio Dini, ha fatto da volano alla ripresa di alcuni temi della vita contadina, come i balli e le veglie sull’aia.
Sono stati giovani, come il docente universitario Francesco Angelini, affiancato da attivisti della prima ora quali Luciano e Loredana, ad avviare un bel ciclo di appuntamenti, che hanno coinvolto, poi, tutta la scuola di Sestino.
Sulle aie del villaggio di San Donato, le musiche hanno risuonato per lunghe ore, accanto al quattrocentesco tunnel dove si pagavano le tasse sui prodotti in transito. Mamme, nonni, nipoti sono corsi su quelle aie: vestiti con le “parananze”, gli zoccoli ai piedi, cappelli di paglia in testa e tanta giovialità, hanno ballato a lungo, come se l’organetto del mitico “Silviaccio” non si fosse mai azzittato.
L’attività espletata con “Erasmus” da una insegnante sestinate a Siviglia, ha consentito, poi, a classi dell’Istituto “Voluseno” di realizzare in streaming una “performance”, diciamo, internazionale: scuole di Siviglia hanno presentato le loro tradizioni, e gli studenti sestinati, gli ormai consolidati balli contadini.
Ma la grande voglia di “ballare con la storia” si è espletata in maniera esemplare nei giorni finali dell’anno scolastico. Nel moderno teatro all’aperto, costruito all’incrocio del fiume Foglia con il torrente Seminico - due nomi di divinità antiche venerate a Sestino - l’anno scolastico si è chiuso con una ampia rassegna di balli e di canti, che hanno voluto reinterpretare e ricordare momenti ed ere particolari della storia del Municipium di Sestino e del Capitanato del Sasso di Simone, giungendo ai balli e ai ritmi moderni. Ammaestrati con bella professionalità, dai più piccoli “scolari” dell’asilo, passando per la primaria e finendo con la scuola secondaria, c’è voluto quasi un pomeriggio intero per assaporare queste rappresentazioni “storiche”, passate anche per un appropriato percorso in zone del museo archeologico.
Vestiti da romani, da soldati romani, da patrizi, dame rinascimentali, da contadini e montanari lo spettacolo è stato meraviglioso e bella è stata la appassionata partecipazione - con gli alunni - di vari insegnanti. Negli spalti gremiti di genitori, nonni, amici accorsi anche da lontano, l’atmosfera era commovente, e - negli anziani – i balli sulle aie polverose, all’ombra dei pagliai, tornavano a risuonare nei loro animi, mentre gli scolaretti, si immedesimavano con evidente soddisfazione nei personaggi storici e nei ritmi moderni.
Giancarlo Renzi
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