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La Valdichiana chiede l'acqua della diga di Montedoglio

"La diga non sia solo un peso per i territori, ma sia davvero una risorsa per lo sviluppo"

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“Per noi l’arrivo delle condotte è stato un autentico miracolo. Non solo per la possibilità di disporre di un quantitativo di acqua adeguato e  costante, ma anche per la  qualità della risorsa, che non necessita di interventi correttivi: questo consente un notevole risparmio e il miglioramento del prodotto finale”.

“Noi ci salviamo con l’acqua dei laghetti che viene pompata da due motopompe diesel da 100 cavalli ciascuna alla media 3.800 litri al minuto. Ma quanto costa e quanto inquina tutto questo rispetto all’utilizzo dell’acqua in pressione per caduta? Se non arrivano le reti di distribuzione, si rischia di assistere a un progressivo abbandono della coltivazione della Valdichiana”.

Sono le parole di Cesare Buccelletti, vivaista di Castiglion Fiorentino, e di Pietro Rampi, agricoltore di Foiano della Chiana. Rappresentano i due volti della stessa medaglia: l’agricoltura legata al Sistema Occidentale di Montedoglio, dove la presenza della più grande riserva di acqua dell’Italia Centrale non riesce ancora a soddisfare i bisogni irrigui  delle imprese agricole della Valdichiana Aretina e Senese e della Valtiberina.

Perché? Perché nella maggior parte dei territori manca l’ultimo miglio delle condotte che portano l’acqua nelle aziende agricole: i cosiddetti DISTRETTI IRRIGUI che con il loro sistema di reti portano l’acqua dai laghetti collinari, realizzati da EAUT ed alimentati dalla diga di Montedoglio, nei campi degli agricoltori.

L’acqua c’è ma non può essere utilizzata. Un autentico paradosso, evidenziato da tempo dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, che si è impegnato a fondo per interessare le istituzioni e  per conquistare le risorse necessarie alla progettazione e alla realizzazione delle reti, in modo da poter garantire l’irrigazione a un territorio dove l’agricoltura rappresenta una ricchezza economica e un valore per il paesaggio.

Le imprese agricole e gli amministratori  locali, riuniti dal Consorzio di Bonifica, con le organizzazioni professionali agricole, Eaut e Camera di Commercio di Arezzo e Siena, a Bettolle (Sinalunga SI), hanno saputo ben rappresentare  la grande e prolungata “sete” che affligge l’area al  Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale   e alla vice presidente della Regione Toscana con delega all’Agricoltura. 

Di ritorno da una importante riunione con Nicola Dell’Acqua,  commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Gaia Checcucci e Stefania Saccardi hanno colto l’occasione per “misurare”  direttamente i bisogni del territorio e per portare aggiornamenti sul futuro delle reti.

“E’ importante fare un punto dello stato dell’arte perché la Diga di Montedoglio sia una risorsa ancora più efficace ed efficiente rispetto ai fabbisogni dell’agricoltura della Valdichiana e della Valtiberina – ha spiegato Saccardi -. Grazie alle capacità di progettazione di Eaut e del Consorzio di Bonifica abbiamo potuto presentare al Commissario  Dell’Acqua  un pacchetto di interventi da inserire all’interno dell’accordo di programma in fase di redazione, che ci auguriamo possa essere finanziato dal governo nell’ambito dei prossimi interventi sull’emergenza idrica.  L’obiettivo  prioritario è completare la rete di adduzione dell’acqua in modo che la Diga di Montedoglio non sia solo un peso per i territori, ma sia davvero una risorsa per lo sviluppo e la crescita della nostra agricoltura”.

“Montedoglio è nato da idee datate ma lungimiranti, è cresciuto grazie alla buona volontà di tanti soggetti che vivono e utilizzano l’acqua della Diga, ora ha bisogno di essere implementato perché non si può lasciare inutilizzata l’acqua di Montedoglio, il bacino più grande dell’Italia centrale, con una capacità di invaso straordinaria e in grado di soddisfare tutti gli usi, a cominciare dagli usi agricoli. Questo bacino necessita di  uno strumento di gestione capace di fotografare i fabbisogni attuali e futuri, che possono essere candidati a finanziamenti nazionali. Le linee di finanziamento hanno dato parziale soddisfazione a queste esigenze, ma lo hanno dato in modo sporadico. Si deve comprendere che dietro Montedoglio c’è un “sistema” vero e capace di garantire  autosufficienza per tutti gli usi, alleggerendo anche il prelievo di falda”, ha aggiunto Checcucci.

“Le istituzioni sono venute nel territorio per ascoltare le esigenze ed i bisogni delle imprese agricole di poter disporre della risorsa . E’ stato momento importante per fare il punto sulla distribuzione dell’acqua e la realizzazione dei distretti,  quelli esistenti e quelli che dovranno essere realizzati nel prossimo futuro, per dare risposte alle aziende agricole  che necessitano di acqua per crescere e svilupparsi. Sappiamo che alcuni progetti non sono finanziati ma risultano  ammessi al Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico noto con l’acronimo PNISSI. Finalmente il Sistema Montedoglio è una priorità non solo per questo territorio e per questo Consorzio, ma anche per EAUT, Regione Toscana e Autorità di Bacino. E’ un sistema condiviso e organizzato e questo potrà premiarci per i finanziamenti futuri”, ha commentato la Presidente Serena Stefani che, insieme al Direttore Generale,  ha aperto  e concluso i lavori. Presenti all’iniziativa il vice Presidente del Consorzio Leonardo Belperio e il dirigente di Area Tecnica Matteo Isola che ha illustrato la situazione irrigua del comprensorio Alto Valdarno, scattando una fotografia precisa ai cinque  distretti irrigui gestiti da Consorzio e a quelli in fase di progettazione e realizzazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
25/07/2024 17:07:37


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