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Gisele P, la donna drogata dal marito e violentata da 50 uomini

Lo stupratore: "Mi dispiace, posso solo immaginare l'incubo che ha vissuto"

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Il caso che sta scuotendo la Francia (leggi qui)  tanto da provocare la reazione indignata degli stessi uomini, che stanno firmando una petizione contro la “dominazione maschile”, si arricchisce di nuove testimonianze dopo quella della vittima Gisèle Pelicot e del marito Dominique che per 10 anni l’ha drogata per farla stuprare da sconosciuti: 51 per l’esattezza. Uno di loro ha ammesso di avere partecipato alle aggressioni che sono avvenute principalmente nella casa della coppia (che ha tre figli), a Mazan, un villaggio di 6.000 abitanti, nel sud della Provenza.

La testimonianza dello stupratore

Come scrive Vanity Fair, si tratta di Lionel R., 44 anni, che lavora in un supermercato e ha tre figli. Ora che il processo è cominciato e Gisele, 72 anni, ha raccontato l’orrore cui ha scoperto di essere stata sottoposta, l’uomo ha ammesso in tribunale di aver violentato la donna il 2 dicembre 2018. Dice però che non era sua intenzione approfittare del suo stato d’incoscienza. «Dato che non ho mai ottenuto il consenso della signora Gisèle P., non ho altra scelta che accettare i fatti», ha dichiarato alla corte. Poi, riferendosi a lei, ha aggiunto: «Mi dispiace, posso solo immaginare l'incubo che ha vissuto... e io sono parte di questo incubo. So che le mie scuse non cambieranno ciò che è successo, ma volevo dirglielo. Se avessi saputo che non era a conoscenza di cosa stava succedendo, non ci sarei andato. Avrei dovuto controllare che fosse d'accordo. Non le ho parlato, quindi non ho potuto ottenere il suo consenso. Mi sento in colpa per quello che ho fatto».

Colpevole e codardo

E ancora «Non mi sono mai detto: "Violento quella donna”», ma ha ammesso di essere «colpevole di stupro». Ha aggiunto che avrebbe dovuto andarsene quando ha visto che la donna era priva di sensi, e che è stato un codardo a non aver detto nulla. Lionel R. ha anche cercato di scaricare parte della colpa su Dominique Pelicot, dicendo ai giudici che aveva fatto ciò che il marito gli aveva detto di fare. Ha detto che le spiegazioni dell’uomo «non erano molto chiare», e che lui credeva di partecipare semplicemente a un gioco. Ma ha così smentito la testimonianza dello stesso Dominique che ha sempre affermato che tutti gli uomini che hanno partecipato agli stupri erano perfettamente consapevoli dello stato di incoscienza di sua moglie.

Le testimonianze degli altri stupratori

«Si parlava di farmaci – ha aggiunto Lionel R- a volte di lei che li prendeva e a volte di lui che glieli somministrava. Non mi sono fatto troppe domande. Non avrei mai immaginato che lei non potesse far parte di questo gioco. Quello è stato il mio primo grande errore». Alcuni degli altri stupratori uomini hanno ammesso che Dominique P. aveva detto loro di aver drogato la moglie, mentre altri hanno dichiarato di credere di partecipare a un gioco organizzato dalla coppia

Abusi registrati e poi scoperti

A incastrare Dominique Pelicot è stata la sua meticolosità nel registrare gli abusi, cosa che ha permesso alla polizia francese di rintracciare più di 50 uomini, di età compresa tra i 26 e i 74 anni, reclutati tramite un sito web per adulti, sospettati di essere suoi complici. Pelicot aveva messo su un dossier con migliaia di foto e video delle aggressioni salvati in una cartella denominata «abusi», con una sottocartella per ogni uomo che aveva violentato Gisele, e che era stata nominata con soprannomi tipo «Chris il pompiere», «Quentin», «Gaston», «David il nero».

“Lo stile stupro”

Nel suo computer è stato individuato un elenco iniziale di 11 contatti reclutati tramite Skype, ma gli investigatori hanno chiesto a Microsoft di aiutarli a rintracciare gli indirizzi IP. La polizia ha inoltre esaminato innumerevoli telefonate e conversazioni online tra il marito e i potenziali aggressori della moglie. «Sei come me, ti piace lo stile stupro», aveva detto Dominique a uno di loro. Il team degli inquirenti ha impiegato quasi due anni per identificare gli uomini dietro ai numeri di telefono e ha utilizzato anche un software di riconoscimento facciale pur di assicurare alla giustizia tutti i colpevoli.

La doppia vita di Dominique Pelicot era stata scoperta per caso quando l’uomo è stato sorpreso a filmare sotto le gonne delle donne in un supermercato locale. Dopo che la polizia gli ha sequestrato il telefono e il computer, si è scoperchiato un vaso di Pandora di stupri e aberrazioni. È stato solo allora che la moglie, ignara di tutto, è stata informata degli abusi che aveva subito per quasi dieci anni.

Appello contro “la dominazione maschile”

Intanto, "per farla finita con la dominazione maschile'', in Francia oltre 200 uomini, tra cui lo scrittore Gaël Faye, il comico Guillaume Meurice o il cantante Eddy de Pretto, hanno firmato una petizione on-line pubblicata sul giornale Libération, in reazione al processo degli stupri di gruppo di Mazan, vicino Avignone. ''Il caso Pelicot ne è la dimostrazione, la violenza maschile non è una questione di mostri, è una questione di uomini'', scrive il militante e terapeuta Morgan N. Lucas, promotore dell'iniziativa.

Tutti gli uomini

 ''Dire 'tutti gli uomini', significa parlare di violenze sistemiche perpetrate da tutti gli uomini, perché tutti gli uomini, senza eccezioni, godono di un sistema che domina le donne. E visto che siamo tutti il problema, possiamo tutti far parte della soluzione'', prosegue, aggiungendo: ''Smettiamo di considerare che il corpo delle donne sia un corpo a disposizione". Tra gli oltre 200 firmatari di questa cosiddetta 'road map' contro la dominazione maschile, precisa Libération, ci sono anche l'attore e regista Gilles Lellouche, il drammaturgo Alexis Michalik, il rapper Vin'se, lo scrittore Martin Winckler.

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
26/09/2024 09:26:35


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