Come Ratzinger e Pelè: cos'è la "tanatoprassi", l'imbalsamazione a cui è stato sottoposto Francesco

Una pratica che permette di arrestare per giorni la naturale decomposizione del corpo del defunto
Esporre la salma pontificia all'adorazione dei fedeli presuppone che il corpo del Papa venga preservato dalla naturale decomposizione. I tempi di venerazione durano diversi giorni ed è per questo che subito dopo il decesso Francesco è stato sottoposto a un processo di imbalsamazione temporanea. Il procedimento, utilizzato già per papa Ratzinger alla sua morte nel 2023, ma prima di lui anche per il calciatore brasiliano Pelè e probabilmente anche per la leggenda sudafricana anti-apartheid, Nelson Mandela - il cui corpo venne portato in tour funebre per dieci giorni - permette al corpo di Francesco di essere esposto al saluto dei fedeli per un tempo più lungo.
Le nuove regole liturgiche scritte dallo stesso Jorge Mario Bergoglio, morto la mattina di pasquetta, semplificano la procedura funeraria che porterà fino all'inumazione della salma nella basilica di Santa Maria Maggiore, nella Cappella Paolina che Papa Paolo V fece costruire nel Seicento per custodire l'icona bizantina della Salus Populi Romani, ovvero la Madonna con Bambino a cui Francesco si è sempre sentito devoto. Un cammino che durerà almeno 5 giorni - i funerali sono previsti per sabato 26 -, durante i quali la salma resterà esposta, come già accaduto per il papa emerito Benedetto XVI.
La leggenda brasiliana del calcio, Pelè, imbalsamato dopo la sua morte
Il procedimeno a cui Bergoglio è stato sottoposto, secondo organi di stampa, nella cappella di Santa Marta - la residenza scelta per viverci e dove è spirato - si chiama "tanatoprassi" e consiste nell'inoculazione di un fluido conservante e della somministrazione di trattamento estetici che consentono di preservare l'integrità di tessuti e l'aspetto del defunto, ma anche di impedire i cattivi odori e la fuoriuscita di liquidi o altre conseguenze legate alla naturale decomposizione. Il procedimento viene avviato nelle ore immediamente successive al decesso, prima che si avvii il procedimento di autolisi e di azione dei batteri.
In cosa consiste la tanatoprassi
L'esposizione del corpo di Bergoglio ha preso il via lunedì 22 aprile nella cappella di Santa Marta e proseguirà martedì 23 nella basilica di San Pietro, dove fino a sabato 26, giorno in cui si celebreranno i funerali, la salma del papa argentino sarà esposta e salutata da migliaia di persone. E' chiaro che lo stato di conservazione deve essere garantito. Il procedimento è stato attuato anche sul corpo di Francesco, a seguito del Rito della Constatazione della morte e della deposizione nella bara in legno, unico catafaco, come da disposizioni testamentarie.
La tecnica della tanatoprassi è stata introdotta in Italia nel 1995 da Andrea Fantozzi e oggi esiste l'Istituto nazionale italiano di tanatoprassi (Init) che forma gli specialisti della particolare materia. Nel sito si legge che la pratica è "ufficialmente autorizzata e regolamentata" e che, "in attesa del riconoscimento professionale", l'istituto forma i tanatoprattori, operatori funebri specializzati, che utilizzano il metodo brevettato del "Fluytan".
L'iniezione del fluido viene effettuata al livello del sistema arterioso e la pratica viene accompagnata da "una serie di cure estetiche che consentono di conservare un'immagine integra della persona cara", come è scritto sul sito. I fluidi sono in genere a base di formalina, tra cui per esempio la formaldeide, e come detto permettono il rallentamento del processo di decomposizione. Il processo permette di mantenere sembianze ottimali per almeno una settimana e contemporaneamente favorisce il "naturale ritorno in polvere in un tempo massimo di 10 anni".
La salma di papa Bergoglio esposta nella cappella di Santa Marta (Ansa)
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