"Notae in Arce" a San Giustino: un successo sopra ogni aspettativa

Una giornata tra arte, cultura, musica ed enogastronomia a Castello Bufalini
Un successo sopra ogni previsione l’evento organizzato presso il Castello Bufalini di San Giustino, “Notae in Arce”. I visitatori hanno potuto trascorrere una giornata tra arte, cultura, musica ed enogastronomia, grazie ad un’organizzazione perfetta da parte dell’Accademia Enogastronomica della Valtiberina e Cooperativa Sangiustinese. Impeccabile come sempre l’AIS delegazione di Città di Castello, che ha fatto degustare ai presenti degli ottimi vini del territorio. Molto apprezzata la parte musicale diretta dal maestro Fabrizio Lepri, affiancato da due artisti di assoluto livello e la professionalità delle guide del castello, che con un linguaggio semplice ma efficace, hanno deliziato i presenti, raccontando la storia della famiglia Bufalini. L’evento era patrocinato dal comune di San Giustino che era rappresentato dall’assessore alla cultura Loretta Zazzi, la quale ha manifestato tutta la sua soddisfazione per la buona riuscita di “Notae in Arce”.
Un grazie da parte dagli organizzatori alla Banca di Anghiari e Stia che ha permesso che questo evento fosse gratuito per i visitatori e alla Dott.ssa Veruscka Picchiarelli, Direttrice del Castello, per la disponibilità dimostrata.
Gli organizzatori i danno appuntamento al prossimo evento, sempre nel comune di San Giustino, ma questa volta presso Villa Magherini Graziani, con il Festival nelle Terre di Plinio, dal 31 maggio al 2 giugno.
Breve storia: Castello Bufalini nasce come fortilizio militare della famiglia ghibellina dei Dotti di Sansepolcro. In seguito alla battaglia di Anghiari, nel 1440 divenne avamposto militare a difesa del territorio di Città di Castello e venne distrutto sul finire del secolo Quattrocento per ordine della Repubblica Fiorentina.
Passato di proprietà nel 1487 a Niccolò di Manno Bufalini, vennero intrapresi lavori di ricostruzione su progetto dell'architetto romano Mariano Savelli e su indicazioni di Giovanni e Camillo Vitelli, uomini d'armi ed esperti in architettura militare. Assunse l’aspetto di una fortezza, a pianta quadrata irregolare con quattro torri agli angoli, di cui una di maggiori dimensioni, la torre maestra; un ampio fossato con acqua la circondava.
La storia dell'edificio è legata indissolubilmente a quella della famiglia Bufalini, che vantava personaggi affermatisi in ambito ecclesiastico, letterario e giuridico. A partire dagli anni Trenta del Cinquecento, la fortezza fu trasformata in residenza nobiliare, secondo la volontà di Giulio I e del fratello, l'abate Ventura Bufalini. All'esterno rimase ben visibile l'originaria struttura militare dell'edificio, ingentilita dall’inserimento in facciata di un ingresso monumentale e di un loggiato. All’interno vennero create ampie sale distribuite attorno ad un cortile con due lati porticati. Il progetto del palazzo fu opera dell'architetto fiorentino della cerchia dei Sangallo: Giovanni di Alesso, detto Nanni Unghero.
Dalla fine del Seicento o il palazzo fu ristrutturato dall'architetto-pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi come amena villa di campagna con “giardino all'italiana”. L'edificio si arricchì nel Settecento di pregevoli opere d'arte, tra le quali stucchi, cicli pittorici su affresco e tela, volti anche a celebrare i Bufalini divenuti marchesi.
Nel luglio del 1989 Castello Bufalini è stato acquisito dal demanio dello Stato e costituisce ad oggi un raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte del suo arredo storico.
Nel percorso di visita si possono ammirare: il panoramico Loggiato; le splendide sale dipinte da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento; i saloni con il mobilio, la tappezzeria, i quadri, le vetrine che custodiscono i preziosi servizi da tavola in maiolica e la cristalleria. Fra le altre spiccano la Stanza degli Stucchi con le immagini delle “donne forti” e la Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, con la bellissima culla. Il parco è un tipico esempio di giardino all’italiana con il roseto, la galleria vegetale detta voltabotte, la “ragnaia”, le fontane, il frutteto, il cosiddetto “giardino segreto” ed il labirinto.
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