“Assoluta libertà di scelta se scaricare o meno l’applicazione Atam sul telefonino”

La nota del consigliere comunale Michele Menchetti
“Uno spaccato di vita quotidiana in epoca smartphone che per qualcuno si è tradotto in una gabbia digitale. Le nuove e restrittive modalità di rinnovo degli abbonamenti per il Baldaccio trasformano un diritto, quello di fruire di un parcheggio pubblico previo corrispettivo, in un’odissea che lede la libertà di scelta dei cittadini-lavoratori e crea disagi logistici e persino un danno alla dignità personale. Tale rinnovo non sarebbe infatti più possibile senza l’utilizzo di un’applicazione mobile e il suo collegamento con una carta di credito.
È il caso emblematico di chi ha dovuto affrontare una situazione kafkiana di rimpallo di competenze tra Atam, che gestisce il parcheggio ed è titolare dell’app ma non più misteriosamente deputata al rinnovo dell’abbonamento, e Ufficio turistico in piazza stazione, con orari non conciliabili con le esigenze dei lavoratori. Solo dopo insistenza sul diritto a non usare l’app, a questa persona è stata proposta una soluzione arrangiata e ‘temporanea’ basata sulla lettura della targa. Ma se l’utente esce dal parcheggio oltre un certo orario, la lettura della targa non funziona, così come lo stesso non può pagare la differenza alle casse automatiche, finendo in una ‘black list’ che impedisce il rientro nel parcheggio fin quando non paga all’ufficio turistico, chiuso a sua volta dopo una certa ora. L’alternativa risulta sgradevole e umiliante: chiamare l’impiegato Atam dalla colonnina della cassa automatica e supplicare la cancellazione dalla ‘black list’. Locuzione che richiama fatti delittuosi o efferati e sottopone agli sguardi di chi è in fila dietro.
In sostanza, un cittadino non è libero di non possedere uno smartphone se vuole sottoscrivere un abbonamento per parcheggiare ad Arezzo, un principio inaccettabile che va contro il diritto alla libertà di scelta e l’inclusione”.

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