Quindici anni dopo il crollo Montedoglio guarda al suo futuro

Il 2025 è stato un anno storico: concludo il collaudo tecnico funzionale delle opere
Se il 2025 è il quindicesimo anniversario della rottura del muro di sfioro dell'invaso di Montedoglio, lo stesso anno coincide con quello del collaudo tecnico funzionale delle opere.
Quella dello scorso 16 settembre, infatti, è stata considerata a suo modo una data storica per Montedoglio. La stessa procedura che era in corso il 29 dicembre 2010, quando però il muro cedette riversando milioni di metri cubi di acqua a valle. Il 2025, quindi, verrà ricordato come un anno simbolo per l'invaso di Montedoglio che può pensare ora ad un vero e proprio sviluppo poiché anche l'ultima casella del puzzle è stata inserita. Il collaudo era iniziato alle 6.10 di giovedì 13 marzo quando la diga di Montedoglio aveva raggiunto la sua quota massima di regolazione, (quota del livello d'acqua al quale ha inizio, automaticamente, lo sfioro nello scarico di superficie), condizione necessaria per il completamento del collaudo tecnico funzionale delle opere. Procedura andata avanti per qualche settimana: tutti i dati raccolti sono poi stati trasformati in disegni e verbali, poi sottoscritti.
All'indomani dell'ultimazione dei lavori di ripristino dello sfioratore di superficie e del relativo collaudo statico e tecnico-amministrativo delle opere in cemento armato, il 21 febbraio 2023 era stata autorizzata dalla Direzione Dighe competente del Mit la ripresa degli invasi sperimentali suddivisi in due step. Quasi due anni per riempiere l'invaso artificiale più grande della Toscana: le piogge abbondanti di inizio primavera 2025, però, hanno accelerato la tempistica tanto da far salire in appena dieci ore Montedoglio di 30 centimetri; quanti rimanevano in quel momento per toccare quota 393,60 metri sul livello del mare con relativa tracimazione.
“E' stato davvero un anno storico - fanno sapere dall'Eaut - in questi giorni l'invaso di Montedoglio si trova ad una quota di 389 metri sul livello del mare che corrispondono a poco meno di 110 milioni di metri cubi di acqua invasati”. Dal momento che la fase di collaudo è terminata ci sono tutte le basi per effettuare diverse azioni e gli enti locali, infatti, potranno dar vita anche ad uno sviluppo turistico dello specchio d'acqua e delle sue sponde.
Il 29 dicembre 2025, quindi, ha un sapore del tutto particolare per la Valtiberina: inevitabilmente la mente va alla serata di quindici anni prima, ma con la speranza di avere - oggi - una infrastruttura che, oltre ad essere sicura, può servire anche all'intera vallata.

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