Opinionisti Giorgio Ciofini

La burla di Buffalmacco...

Print Friendly and PDF

Se n'Italia per scherzare c'è il primo d'aprile, in Toscana c'è tutto l'anno e, a'Rezzo, non si va neanche a letto. Una volta le burle le chiamavano chiapparelle e si raccontavano la sera intorno al foco, quando i bambini erano andati a letto. Praticamente non si salvava nessuno e non bastava nemmeno fare come l'aretino Pietro, ch'andava al giro co'na mano davanti e l'altra dietro. Dalle chiapparelle non fu risparmiato neanche il grande Guido Tarlati, vescovo e signore della città, quando era al culmine della sua gloria. Grazie a Guido, 'Rezzo aveva allargato le sue mura e i suoi domini a limiti mai più conosciuti ed era diventata ricca e potente al pari di Lucca e Firenze, cui contendeva il primato in Toscana. Ci voleva anche una bella improntitudine, oltre a 'n gran fegato, per farsi beffe di un uomo così potente. Ma il toscano cià lo scherzo piantato nei geni com'un coltello e non può sottrarsi, sennò more dissanguato. Ora avvenne che il grande Guido, per celebrare i fasti della sua Signoria, chiese al pittore fiorentino Buffalmacco, protagonista anche nelle novelle del Boccaccio, di dipingere uno stemma raffigurante un'aquila reale dominante su un leone. L'opera doveva rappresentare la parte guelfa del Marzocco sottomessa a quella ghibellina del Tarlati. L'artista acconsentì a una condizione: chiese di poter lavorare in assoluta segretezza. Nessuno doveva vedere il quadro prima della fine per non sminuire la sorpresa che, a suo dire, sarebbe stata grandissima. Mostrandosi Guido perplesso per la richiesta inusuale, Buffalmacco promise che, se la sorpresa non fosse stata all'altezza di quello ch'aveva detto, non solo non avrebbe preteso un solo grosso aretino, ma Guido avrebbe potuto fare di lui quello che voleva. Avuto il consenso del Tarlati, lavorò giorno e notte rinchiuso in una bottega di via dell'Orto, proprio di fronte al palazzo di monna Ghita che di notte, se s'afacciava, vedeva anche la luna nel pozzo di Tofano. Quando ebbe terminato il quadro, Buffalmacco lo coprì con un grande panno di porpora e lo portò in palazzo Tarlati, proprio di fronte al palazzo del Vescovo, nell'attuale via Ricasoli, dove finalmente il drappo sarebbe stato rimosso. Nel giorno stabilito Guido si presentò in pompa magna, vestito delle insegne del potere civile e'cclesiastico, seguito dalle massime autorità de la città e del contado e da una gran moltitudine di popolo festante. Tutti avevano l'occhi puntati su l'opera da scoprire che, al dunque, sollevò nei presenti grandissima sorpresa e non meno sdegno: infatti vi si vedeva un leone dalla gran criniera che teneva tra le zampe n'aquila spennacchiata! A quella vista si levò 'n vociare di disappunto nella folla. Chi per compiacere al suo Signore, chi per reale indignazione, tutti presero a inveire contro Buffalmacco e, stavano per passare da le parole ai fatti, se non fosse 'ntervenuto lo stesso Guido. Il primo bersaglio della burla seppe fare buon viso a cattivo gioco e mostrò d'apprezzare molto il coraggio dell'autore che, d'altra parte, aveva destato la sorpresa che aveva promesso. Perciò il Tarlati rise di gusto dello scherzo malgrado proprio lui ne fosse vittima e, nella circostanza, rivelò quella grandezza che l'aveva innalzato a guida e signore incontrastato della città sopra le parti, unico esempio nella storia millenaria di Arezzo.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/03/2017 09:25:55

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Giorgio Ciofini

Vannino e i cavalli di Caligola >>>

Via del Pitone >>>

I miei 30 anni al Corriere >>>

Via Concini esprime l’anima anarchica di Arezzo. >>>

Mezzi aretini, oppure? >>>

Tommaso Regi >>>

Epitaffio per Gigi Falasconi >>>

Ogunseye: l'ideale per l'Arezzo? >>>

Benvenuto Nicolò >>>

Mario Salmi, il rimpianto di non avere corrisposto alla sua stima >>>