L’Unione Europea vieta i pesticidi killer che uccidono le api
Esultano ambientalisti, scienziati, consumatori e agricoltori
Alla fine è giunto il verdetto dell’Unione Europea: c’è ancora speranza per le api. Ieri infatti i paesi membri dell’UE hanno approvato la proposta della Commissione EU che vieta l’uso all’aperto di tre pesticidi letali per gli insetti giallo-neri.
Il divieto sarà applicabile dalla fine del 2018 e riguarda i famigerati neonicotinoidi, nella fattispecie i tre principi attivi imidacloprid e clothianidin e thiamethoxam, considerati responsabili della decimazione delle api da numerosi studi scientifici, confermati anche recentemente dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.
I numeri sono quelli di una vera e propria strage; miliardi di api morte negli ultimi anni, complice anche il cambiamento climatico, colonie e produzione di miele letteralmente dimezzate, coltivatori costretti ad impollinare a mano, con evidenti danni all’agricoltura e alla nostra salute.
Antonia Staats di Avaaz, l’organizzazione non governativa che si è battuta per anni a favore del divieto, lanciando una petizione firmata da quasi cinque milioni di persone, si dichiara soddisfatta, a nome di tutta l’organizzazione e dei milioni di cittadini che hanno sostenuto la battaglia: «Vietare questi pesticidi tossici dà speranza alle api. Finalmente i nostri governi stanno ascoltando i loro cittadini, l’evidenza scientifica e gli agricoltori, che sanno che le api non possono vivere con queste sostanze e che noi non possiamo vivere senza api».
E parla di vittoria anche Greenpeace, da sempre nemica dei neonicotinoidi: «Dopo anni di impegno e grazie alla mobilitazione di migliaia di persone abbiamo ottenuto una grande vittoria per le api, l’ambiente e per tutti quanti noi».
Il divieto approvato il 27 aprile estende quello parziale del 2013, che vietava l’uso di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenenti i tre pesticidi, e riguarda però il loro utilizzo all’aperto. I neonicotinoidi restano ammessi nelle serre permanenti in cui però non è previsto alcun contatto con le api.
L’Italia ha votato a favore della proposta di divieto insieme ad altri quindici paesi, mentre Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca hanno votato contro.
La vittoria dei simpatici e indispensabili insetti potrebbe fare da sciame-apripista per una svolta europea a favore di un’agricoltura sostenibile? Si può cambiare concretamente rotta usando dosi minime o nulle di neonicotinoidi e adottando metodi integrati come la rotazione dei campi e il biocontrollo per tenere lontani i parassiti, come molti agricoltori sia biologici che tradizionali stanno già facendo?
È quello che sperano in molti, scienziati, attivisti, cittadini e agricoltori. Un futuro in cui alle api siano sostituiti dei robot a loro immagine e somiglianza (come i droni brevettati recentemente dalla multinazionale Walmart) suona spaventosamente troppo possibile, come in uno dei più distopici episodi di “Black Mirror”.
Nel frattempo il team di Avaaz non si ferma: «Dobbiamo tenere alta la pressione – si legge sul sito dell’organizzazione – ora porteremo l’appello e questa battaglia negli USA e in Canada e nel resto del mondo». Sperando che anche oltre oceano sia vittoria.
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