Salute & Benessere Medicina

Allarme resistenza dei batteri in Italia

Con la resistenza dei batteri agli antibiotici ogni anno muoiono circa 10 mila persone in Italia

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A causa delle infezioni batteriche ogni anno muoiono circa 700 mila persone nel mondo. Il feroce attacco di batteri e virus miete innumerevoli vittime. L’Italia è maglia nera con un bilancio di circa 10 mila decessi l’anno. Solitamente le vittime sono pazienti anziani di età compresa tra i 65 e gli 85 anni. Gli ospedali rappresentano i principali luoghi dove si trasmettono le infezioni batteriche. Il problema della perdita di efficacia degli antibiotici è direttamente collegato all’eccessivo utilizzo di questi farmaci negli ospedali e tramite i medici di base che li prescrivono in maniera smodata. Questo utilizzo diffuso genera batteri resistenti alle infezioni che si propagano senza sosta.

Sul consumo degli antibiotici è stato stilato, in queste settimane, un report completo da parte dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Dopo anni di notizie negative, il report in questione contiene segnali positivi di riduzione delle resistenze in diversi Paesi europei tra cui l’Italia. Emerge infatti che nel nostro Paese si registra uno dei tassi più alti di consumo di antibiotici. Ma negli ultimi anni qualcosa sta cambiando perché si sta diffondendo più consapevolezza sulla loro inefficacia e su ciò che il loro abuso è in grado di provocare. Di conseguenza se ne prescrivono di meno e solo quando sono davvero necessari.

Segnali positivi di riduzione dell’eccessivo utilizzo di antibiotici arrivano anche dal settore zootecnico in Italia. Questo settore però è ancora ai primissimi posti in Europa per l’utilizzo di questi farmaci. Il nostro Pese si piazza al secondo posto tra gli utilizzatori di queste molecole in Europa. Al primo posto c’è Cipro e dopo di noi c’è la Spagna. Proprio gli allevamenti di suini sono uno dei principali responsabili dell’uso di antibiotici in ambito zootecnico. Lo sono soprattutto per i numerosi famigerati «trattamenti di massa. In essi si somministrano antibiotici a interi gruppi di animali tramite i mangimi medicati. In poche parole durante il 9 per cento della vita del suino, l’animale riceve antibiotici. Se lo rapportiamo a un uomo, significherebbe che ognuno di noi prende antibiotici per un mese intero ogni anno.

L’uso di antibiotici è concentrato soprattutto nelle prime settimane di vita dei piccoli suini. Questi farmaci non servono a curare le potenziali malattie a cui gli animali vanno incontro ma a prevenirle efficacemente. È un uso strategico di questi farmaci. Utilizzati nella fase iniziale risultano efficaci per selezionare i batteri resistenti. I residui dei farmaci possono scomparire ma sono i batteri resistenti a rimanere nell’animale fino al momento della macellazione.

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
25/01/2020 16:47:17


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