L’autopsia su Viviana: “Ferite compatibili con caduta dall’alto”
I medici legali: «Ma per i risultati finali serviranno tre mesi»
«Numerose fratture e ferite compatibili con una caduta dall’alto». Il primo responso dell’autopsia sul corpo di Viviana Parisi riporta in primo piano quel traliccio dell’Enel ai piedi del quale il suo corpo è stato ritrovato ma su cui – secondo una prima perizia – lei non era mai salita. E non chiarisce comunque il rebus intorno al quale quest’inchiesta continua ad avvitarsi. «Omicidio o suicidio, non possiamo escludere niente», dice all’uscita dell’obitorio il medico legale Elvira Spagnolo Ventura, nominata dalla procura insieme con la collega Daniela Sapienza. E neanche incidente, si chiarisce più tardi. Certo è che mentre la mamma è sul tavolo dell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina, il figlioletto Gioele di quattro anni è ancora disperso tra le sterpaglie e i rovi a fianco dell’autostrada all’altezza del paese di Caronia dove lei è stata ritrovata, poco lontano dal luogo del lieve incidente in galleria che aveva provocato. Sul suo corpo – una vita da dj di successo, un recente passato di depressione – hanno lavorato per tre ore e mezza, oltre ai medici legali, il superconsulente esperto di insetti sui resti umani, Stefano Vanin. Con loro i legali nominati dalla famiglia. Ma bisognerà aspettare ben novanta giorni, tanti ne hanno chiesti, per avere la relazione conclusiva. Ieri pomeriggio Vanin è andato anche lui sul luogo del ritrovamento di Viviana a prelevare un pugno di terriccio: «Visto lo stato del cadavere, la stima dei tempi del decesso si fa attraverso dei metodi indiretti, si guarda a come l’ambiente ha interagito», ha spiegato. Ma il tema è dove sia finito il figlioletto. Alla ricerca di Gioele ci sono 60 uomini che battono il terreno per trovare anche un solo indizio che dica che è morto, o almeno era qui. Perché neanche su questo c’è certezza: i testimoni ascoltati dalla procura hanno intravisto una sagoma femminile solitaria, mentre altri automobilisti ignoti (sono andati via subito dopo l’incidente) hanno riferito di avere visto una donna che scavalcava il guard rail insieme con un bambino. A questi adesso torna a rivolgersi la procura: «Chi sa parli». Se fosse sicuro che erano insieme, svanirebbe il dubbio sulla possibilità che Viviana abbia ceduto il figlio, o lo abbia ucciso, in quei 22 minuti di buco nel paese di Sant’Agata di Militello, dove la donna si è fermata prima di rientrare in autostrada. Ieri è stato anche sequestrato il cellulare del marito della donna, Daniele Mondello, l’ultimo ad avere visto la moglie e il bambino che uscivano da casa.
Commenta per primo.