La mia esperienza di insegnante di istruzione di secondo grado
Se le pareti del mio liceo a Forlì avessero potuto parlare!
Come soprannumero alle superiori, fui inviato a Ranchio, frazione di Sarsina, nella sede distaccata della media unificata di quel Comune. Lì ho trovato l’edificio più funzionale al nuovo indirizzo della media, voluto dal primo centrosinistra. Il primo giorno che ho varcato la porta di quell’edificio non ho potuto non pensare a quando, finita la quinta elementare, avevo sostenuto l’esame di ammissione a San Piero, sede distaccata di Sarsina. Un sorriso non mi poteva mancare nell’ascoltare le voci innocenti di quei ragazzi vogliosi di imparare. Già in passato, differenti esperienze avevo incontrato partendo dalla supplenza breve al professionale femminile, collocato nell’ex commissariato liberato in quanto particolare, con le studentesse poi collocate in altre sedi. Resta da dire che la soluzione fu intelligente: tutto si svolgeva in un piano solo e respiravi un grande decoro in un contesto di barriere architettoniche. Un caso contrario mi era capitato all’Agrario di Cesena, quando ritrovai una collega giovane e bella ma in carrozzella; le sezioni con aule spaziose erano a pianterreno, l’istituto stava crescendo nelle iscrizioni e, vista la freddezza di diversi colleghi, proposi Lei al preside per evitargli drastiche decisioni e fui lieto di salire le scale e occupare gli spazi che un tempo erano stati il suo appartamento. Da non dimenticare che i ragazzi, nell’intervallo, sul terrazzo dichiarato poco sicuro non ci sarebbero potuti stare, ma vi andavano ugualmente! Una simile esperienza l’ho avuta nel professionale di Morciano di Romagna, ma credo che non sia da dimenticare il racconto del compianto amico Giorgio Massi (per anni vicepreside del Tasso di Roma, il liceo di Alberto Sordi, di Vittorio Gassman e di Giulio Andreotti), il quale - invitato ad incontrare i suoi allievi, con l’ironia che lo ha sempre accompagnato - esordì dicendo che forse quel luogo in cui tanto aveva imparato proprio non doveva averlo molto amato; ad anni di distanza, ancora sulle pareti riconosceva qualche graffito e io rispondevo che non c’era niente da dire. Se le pareti del mio liceo a Forlì avessero potuto parlare!
Valter Rossi
Romagnolo doc, ex insegnante al liceo scientifico Augusto Righi di Cesena, nato a Bagno di Romagna e laureato in lettere moderne all’Università di Firenze e in sociologia ad Urbino. Nel 1982 ha usufruito di una borsa di studio dell’Unione Europea, sulla Geografia Economica svoltosi a Berlino in Germania. In collaborazione con l’ANED ha curato la testimonianza sul passaggio del fronte in Romagna e sulla vita dei militari nei campi di concentramento. Assessore dal 1980 al 1985 a Urbanistica e Cultura del Comune di Bagno di Romagna e vice Presidente delle ex Comunità Montana Cesenate. Autore di diversi libri, ha pubblicato: La Memoria e la Speranza, Generazione Superstite, Donne Schizzate e storia di San Silvestro in Fontechiusi. La sua ultima opera: Taccuini di Viaggio.. redazione@saturnonotizie.it
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